Reddito di cittadinanza, Istat: “Obbligo di adesione al patto di lavoro per un beneficiario su tre”

Solo un beneficiario del reddito di cittadinanza su tre sarà obbligato ad aderire al patto per il lavoro. E’ quanto emerge dai dati presentati dall’Istat in occasione della sua audizione sul decretone in commissione Lavoro. “Circa 900mila beneficiari del reddito in età compresa tra i 18 e i 64 anni sono soggetti all’obbligo di sottoscrivere un patto per il lavoro. Di questi, la maggior parte (circa 600mila) ha la licenza media o nessun titolo di studio. Si tratta prevalentemente di disoccupati (492mila) e casalinghe (373mila) cui i Centri per l’Impiego dovranno trovare un’offerta di lavoro congrua. In gran parte, si tratta di cittadini italiani (circa 760mila), mentre gli extracomunitari sono circa 100mila”, ha spiegato l’Istituto, secondo cui i destinatari saranno in totale 2 milioni e 706mila. Beneficeranno del reddito “il 4,4% del totale di famiglie di soli italiani, l’11,3% di quelle formate da soli extra-comunitari, il 12,9% di quelle di stranieri con almeno un cittadino dell’UE e, infine, il 9,3% di quelle miste di italiani e stranieri”. “I singoli costituiscono il 47,9% delle famiglie beneficiarie (626 mila) e riceveranno, in media, un sussidio annuo di 4 mila 485 euro (82,4% del reddito)”, ha fatto sapere Roberto Monducci, direttore del Dipartimento per la produzione statistica. “Le coppie con figli minorenni sono 257mila (il 19,6% delle famiglie beneficiarie) e percepiranno, in media, 6mila 470 euro, quindi, per effetto delle scale di equivalenza, meno delle coppie con figli tutti adulti (che percepiranno 7mila 41 euro) – ha aggiunto – Fra i destinatari, i nuclei familiari composti da soli cittadini italiani sono un milione 56mila, circa l’81% del totale delle famiglie beneficiarie, mentre quelli formati da soli stranieri, cittadini dell’Ue ed extra-comunitari, sono 150mila (11,5%). Di queste ultime, quelle di soli cittadini extra-comunitari sono 95mila (7,3%). Le famiglie miste di italiani e stranieri sono 102 mila (7,8%). Tra i due milioni e 706mila individui beneficiari, l’87,6% (2 milioni 370mila persone) sono italiani, mentre gli stranieri sono il 12,4% (333mila, di cui 228mila extra-comunitari, che costituiscono l’8,4% dei beneficiari)”. L’importo annuo medio per famiglia è “pari a 5.053 euro, corrispondente al 66,8 per cento del reddito familiare, e un costo totale pari a 6,6 miliardi di euro su base annua”. “Considerata la diversa composizione delle famiglie beneficiarie nelle tre aree territoriali, il sussidio per famiglia, su base annua, è pari in media a 5.182 euro nel Mezzogiorno (68,6 per cento del reddito familiare del nucleo richiedente), a 4.853 euro al Nord (66,3 del reddito) e a 4.919 euro al Centro (62 per cento del reddito). La metà delle famiglie riceverà un contributo superiore a 4.855 euro; il quarto delle famiglie con il maggiore beneficio oltre 7.560 euro mentre il quarto delle famiglie con il minore beneficio meno di 1.929 euro”. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, tra le famiglie che hanno diritto al sussidio “si stima che 752mila vivano nel Mezzogiorno, 333mila al Nord e 222mila al Centro. Calcolando le relative incidenze, si stima che le famiglie beneficiarie del reddito siano il 9,0% delle famiglie residenti nel Mezzogiorno, il 4,1% al Centro e il 2,7% al Nord”. “Le diverse quote per ripartizione – ha precisato Monducci – riflettono solo parzialmente, e con un’intensità diversa riconducibile in parte al disegno del provvedimento, quelle stimate per la povertà assoluta: nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta tra le famiglie era pari al 10,3% nel Mezzogiorno, al 5,4% al Nord e al 5,1% al Centro. Considerata la diversa composizione delle famiglie beneficiarie nelle tre aree territoriali, il sussidio per famiglia, su base annua, è pari in media a 5 mila 182 euro nel Mezzogiorno (68,6% del reddito familiare del nucleo richiedente), a 4 mila 853 euro al Nord (66,3% del reddito) e a 4 mila 919 euro al Centro (62,0% del reddito)”.

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