“Su Ramy mi sono con vinto da solo. Un ragazzo che in quelle circostanze si offre come ostaggio e si comporta con quel coraggio per salvare i suoi compagni di scuola, lo meritava”. Matteo Salvini spiega il vero motivo per cui ha cambiato idea sulla concessione della cittadinanza italiana al tredicenne Ramy Shehata coinvolto, insieme a altri cinquanta compagni di scuola nel sequestro dello scuola bus a San Donato Milanese. Lo fa durante la conferenza stampa in cui spera di “chiudere un percorso di vita e mediatico” partito da questa vicenda. Lo dice smentendo l’altro vicepremier, Luigi Di Maio che si era vantato di averlo convinto: “Accolgo i suggerimenti di tutti, sono rispettoso ed ascolto per natura ma in questo caso mi sono convinto da solo prendendo il tempo che deve prendere un ministro per dire di sì o di no”. Salvini ha aggiunto di aver avuto “la disgustosa sensazione che sulla vicenda di questi ragazzi ci siano state strumentalizzazioni politiche”.  “Spero che con oggi si chiuda un percorso di vita e mediatico che restituisca i bimbi alle loro scuole e alla loro famiglie, e i militari alla loro professione” ha detto Salvini che, poi, ha risposto a diverse domande dei giornalisti. Sulla vicenda dello jus soli e sulla sua risposta a Ramy, Salvini ha precisato di aver detto: “Se vuole lo ius soli, si candidi”. E ha aggiunto: “Mi sono riferito al cambiamento della legge, non alla sua richiesta di cittadinanza. Per il 99 per cento degli italiani la legge sulla cittadinanza funziona così come è, quindi il dibattito sullo Ius soli non esiste”. ll Papa, gli è stato fatto notare, chiede di costruire ponti e non muri. “C’è una riunione alle 14.30, vediamo di costruire il più possibile” ha risposto Salvini con una battuta. .