Tav, governo nella morsa: vertice per ‘exit strategy’. Zingaretti: “Criminale perdere fondi”

La morsa sulla Tav si stringe: si fa insistente il pressing sul governo perché prenda una decisione sulla Torino-Lione in vista del cda di Telt che dovrebbe dare il via libera ai bandi di gara. Pena, la perdita di circa 300 milioni di finanziamenti europei. I giallo-verdi corrono ai ripari e fissano un vertice tra il premier Giuseppe Conte, i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Obiettivo, come confermano fonti di Palazzo Chigi, è cercare una sintesi tra le due anime dell’esecutivo che, al momento, restano nettamente divise sull’opera. Il presidente del Consiglio intende mantenere il suo ruolo di mediatore mentre il leader leghista fa appello al “buon senso”, convinto che un punto di incontro si troverà e che il governo “non sta rischiando” di cadere. Sul fronte M5S, invece, il capo politico continua nel suo silenzio ostinato: Di Maio, la sindaca di Torino Chiara Appendino e Davide Casaleggio, tutti e tre alla presentazione del Fondo per l’innovazione, eludono le domande. Il ministro e il fondatore di Rousseau si tengono lontani dai microfoni (“Oggi è un momento per parlare di innovazione e di investimenti in innovazione, non per parlare di altro”, liquida Casaleggio). Taglia corto il sottosegretario M5S Stefano Buffagni: “E’ un’opera di 20 anni fa, andiamo avanti”. A fine incontro però Appendino, che forse qualche parola con Di Maio sul tema l’ha scambiata in privato, incalzata sull’argomento spiega di avere “massima fiducia nel lavoro che sta facendo il governo e mi aspetto che decida. Ora è il tempo delle scelte, su questo non c’è dubbio”. Chi attacca senza mezzi termini l’esecutivo è il neo segretario Pd Nicola Zingaretti che sceglie Torino per la sua prima uscita pubblica, a sostegno anche della campagna elettorale del presidente piemontese uscente Sergio Chiamparino. La Tav “deve andare avanti, è criminale anche solo ipotizzare di perdere centinaia di milioni di investimenti, che significa anche perdere posti di lavoro”, ribadisce il governatore del Lazio ricordando come la Torino-Lione rappresenti il simbolo della “divergenza” politica in seno alla maggioranza. Sull’accordo politico, ancora lontano al momento, cala da Roma la fiducia di Matteo Salvini che ha già avanzato l’idea della ‘mini-tav’: “Io vedo sempre il punto di incontro”, precisa il vicepremier, rispondendo con un “assolutamente no” alla domanda se il governo stia rischiando di cadere sulla ‘querelle’ alta velocità. La sintesi arriverà forse martedì: il tempo è poco. Entro il 15 marzo Telt, la società franco-italiana che si occupa dei lavori, dovrà sbloccare i bandi di gara da 2,5 miliardi di euro, pena la perdita di 300 degli 813 milioni di finanziamenti europei. La strada del compromesso giallo-verde potrebbe passare attraverso l’ok all’avvio dei bandi di gara. Telt terrà il Cda intorno all’11 marzo: l”exit strategy potrebbe essere sostanzialmente quella di rinviare la decisione politica. Ovvero prendere tempo – circa 6 mesi come previsto dalla legislazione francese – per studiare il dossier con Parigi e Bruxelles e prevedere la possibilità anche di bloccare l’opera. “Se i bandi dovessero partire partirebbero con 6 mesi di manifestazione di interesse. Una scelta che ti dà ancora margini di poter discutere”, spiega Luca Carabetta, deputato del M5s. Un’ipotesi che concederebbe a Lega e 5 Stelle di scavallare le europee di maggio ‘senza drammi’ sui rispettivi elettorati.

Reviews

Related Articles