Aumento Iva, l’esperto: “Oltre alla frenata di Pil e consumi, rischio evasione”

Saranno le forze contrattuali contrapposte di domanda e offerta a determinare gli effetti di un eventuale aumento dell’Iva: se la crescita dei prezzi sarà pari a quella dell’aliquota, la tassa finirà per gravare sui consumatori, altrimenti si tradurrà in minori ricavi per i produttori. Fatta questa premessa, il professor Giampaolo Arachi, docente di Scienza delle Finanze all’Università Bocconi e all’Università del Salento, traccia un quadro di quelli che saranno gli esiti più probabili sullo scenario italiano, qualora le clausole di salvaguardia scattassero e l’imposta sul valore aggiunto finisse davvero per salire. “Le stime ci dicono che l’aumento si trasferirà sui prezzi in un tempo relativamente breve. Sarà un incremento una tantum, che porterà plausibilmente a un calo dei consumi. Quindi avremo un effetto negativo sulla domanda e sulla crescita del Pil reale, mentre sarà positivo per quanto riguarda il Pil nominale”, sintetizza ai microfoni di LaPresse. Oltre a quelli su prezzi, Pil e consumi ci possono essere altri impatti? “Un altro effetto problematico potrebbe essere una maggiore spinta all’evasione, anche questa suggerita dalle stime. Soprattutto per quanto riguarda le aliquote ridotte, che fanno riferimento a settori nei quali storicamente questa propensione è più forte”. L’aliquota ordinaria dovrebbe aumentare di 3,2 punti e quella ridotta di 3 punti. Gli effetti negativi dell’incremento potrebbero essere ridotti spostando dei beni da un’aliquota all’altra? “In passato ci sono state più aliquote, poi l’Europa ha portato i diversi Stati membri a uniformarsi. Adesso si va verso una nuova possibilità di aumentare il loro numero: in quel caso si potrebbe modulare l’impatto andando a colpire i beni che rientrano nei consumi delle famiglie a più alto reddito o quelli d’importazione. Ma non è il contesto in cui ci troviamo. Al momento, lo spostamento da un’aliquota all’altra dovrebbe servire solo a fini di razionalizzazione, per evitare di avere aliquote diverse per beni simili. Ora, ad esempio, l’aliquota ridotta – che è quella mediana – riguarda principalmente il settore turistico, dall’alberghiero alla ristorazione”. Detto degli effetti negativi dell’aumento, non potrebbero essercene anche di positivi? “Tecnicamente una parte della letteratura suggerisce che nel breve periodo un aumento dell’Iva accompagnato da minori imposte sul lavoro potrebbe rendere i beni più competitivi, con effetti simili a quelli di una svalutazione. Ma tutto questo è solo nella teoria, mentre abbiamo poca evidenza empirica a riguardo”.

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