Non è obbligatoria la trasmissione allo Sdi (Sistema di interscambio) della cosiddetta autofattura, emessa al fine d’integrare fatture elettroniche ricevute per acquisti interni in regime di reverse charge. Se però tale documento viene inviato su base volontaria, sarebbe opportuno che fosse trasmesso allo Sdi entro il termine per la liquidazione periodica dell’imposta, anche ai fini delle successive attivitĂ dell’agenzia. Questa è una delle risposte che le Entrate hanno fornito al Consiglio nazionale commercialisti l’11 marzo, anche per chiarire alcune questioni giĂ esaminate nel precedente incontro del 15 gennaio. Particolarmente importante è la precisazione in merito ai soggetti che possono certificare i bilanci degli operatori che sono tenuti a tale adempimento in relazione all’ob bligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi. I soggetti con piĂą punti cassa per singolo punto vendita che si avvalgono di un unico registratore telematico (Rt) o di un server Rt, potranno quindi avvalersi anche di revisori legali iscritti nell’apposito registro e non solo delle societĂ di revisione (principio fatto proprio giĂ dal provvedimento delle Entrate 99297/2019: si veda Il Sole 24 Ore del 19 aprile scorso). Confermate le indicazioni fomite nelle linee guida dell’Agid (Agenzia per l’Italia digitale) in merito al ruolo del responsabile della conservazione che può essere ricoperto solo da una persona fisica «interna al soggetto produttore». Il produttore, con riguardo alle fatture elettroniche, è il soggetto cui fa capo l’obbligo di emissione e conservazione dei documenti in base alla normativa Iva, il quale può decidere di affidare il servizio di conservazione a un terzo. Quest’ultimo diviene responsabile della conservazione in favore del produttore, ove garantisca le funzioni di conservazione in linea con le disposizioni del Dpcm 3 dicembre 2013. Ciò che garantisce l’agenzia delle Entrate, è quanto previsto dalla convenzione per il servizio di conservazione sostitutiva. Di particolare interesse, per ovviare alle problematiche degli operatori che, anche nei rapporti commerciali interni, procedono all’emissione di fatture in valuta, so no le istruzioni fornite per la compilazione dei singoli campi del formato xml. Seguendo le indicazioni delle Entrate, le fatture trasmesse allo Sdi non saranno oggetto di scarto, in quanto rispettose degli obblighi previsti dall’articolo 21 del decreto Iva. L’agenzia segnala altresì che alcuni scarti dell’e-fattura dipendono dall’utilizzo di programmi software che “nascondono” caratteri non ammessi dal formato xml della fattura da trasmettere al sistema d’interscambio. Per certe tipologie di caratteri che determinano lo scarto, è fornito l’indirizzo che ne contiene la lista. Una risposta riguarda il caso della fattura che risulta ancora «da inoltrare», pur essendo decorsi cinque giorni dalla data di trasmissione. Le Entrate precisano che si tratta di uno stato d’attesa; in pratica, lo Sdì sta ancora provando a consegnare la fattura. Ciò significa, però, che il documento ha comunque superato i controlli del sistema e pertanto la fattura non si considera scartata, dato che lo scarto deve pervenire entro cinque giorni.
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