Lo scontrino va in pensione. Ma è caos

Lo scontrino va in pensione, ma l’addio al vecchio tagliando cartaceo rischia di diventare un caos. Come previsto dal collegato fiscale della legge di bilancio, dal prossimo primo luglio supermercati e grandi negozi – quelli con un fatturato sopra i 400mila euro l’anno – dovranno infatti passare allo scontrino elettronico, ovvero alla trasmissione telematica degli scontrini e delle fatture all’Agenzia delle Entrate. Un nuovo metodo, più efficiente del vetusto scontrino pensato all’inizio degli anni ’80 dal ministro delle finanze socialista Franco Reviglio e introdotto definitivamente nel 1983 con Francesco Forte – che dovrebbe garantire una marcia in più al contrasto all’evasione. Grazie allo scontrino elettronico, infatti, tutti gli incassi della giornata dei negozi saranno inviati direttamente al Fisco, che potrà cosi confrontare quasi in tempo reale le vendite con l’Iva incassata e quella pagata per il magazzino. Per adeguarsi alla novità, i commercianti (sono circa 260mila quelli interessati dalla norma) dovranno però acquistare un registratore di cassa telematico, del costo di circa 700-800 euro, anche se è previsto uno sconto fiscale che ne copre ma solo parzialmente – il costo. Si tratta, dunque, di un dispositivo contro i furbetti, a cui si pensa da anni – era stato già previsto dalla legge di bilancio del 2016, e poi rimasto sulla carta – che però dovrebbe portare vantaggi anche per i consumatori: l’archiviazione digitale dello scontrino, infatti, è più sicura, visto che non deperisce come il tagliando di carta termica utilizzato attualmente. E potrà, proprio come l’attuale scontrio, essere usata per la garanzia sui prodotti acquistati e per la presentazione in dichiarazione dei redditi per le detrazioni fiscali. Non solo: lo scontrino elettronico porrà le basi anche per la famosa «lotteria dei corrispettivi», che partirà dal 2020 quando la misura sarà estesa a tutte le imprese che vendono servizi o prodotti al pubblico. E che è un ulteriore meccanismo contro il sommerso: l’obbiettivo è infatti incentivare tutti coloro che chiedono il rilascio dei documenti fiscali comprovanti i soldi spesi nello shopping – e gli incassi speculari – e ridurre così le sacche di evasione ed elusione di tasse e imposte. L’avvio della novità, però, rischia di essere estremamente complesso. Mancano, infatti, due decreti ministeriali indispensabili per farlo partire: uno del Mef, che deve indicare le categorie economiche escluse, come avviene già adesso per gli scontrini fiscali; e un secondo – interministeriale, del Mef e del Ministero dello Sviluppo economico – per individuare le zone del Paese che, a causa dell’insufficiente connessione ad internet, saranno esonerate dall’obbligo. Un ritardo inspiegabile che ha spinto le associazioni dei commercianti a scrivere una lettera al Ministro Giovanni Tria per chiedere un rinvio dell’entrata in vigore dello scontrino elettronico, «in considerazione del ritardo nell’emanazione dei decreti attuativi e delle possibili difficoltà operative connesse alle problematiche tecniche che le imprese si troveranno ad affrontare nell’adeguamento del parco macchine esistente». E anche le opposizioni sono scese in campo a fianco dei commercianti. «C’è stata una disattenzione grave, non so se per sciatteria o dimenticanza», affonda il senatore Bruno Astorre, segretario del Partito Democratico del Lazio. «Grave perché si rischia di mettere in difficoltà il commercio, un comparto economico di grande importanza perii nostro Paese». Per evitare il caos, spiega Astorre, «bisogna provvedere ad emettere immediatamente i due decreti, ma non basta. Occorre rinviare dal primo luglio prossimo a gennaio 2020 l’entrata in vigore del provvedimento, per consentire alle associazioni di categoria e ai commercianti di avere chiarezza e gestire nel modo migliore il cambio e potenziare gli sconti fiscali per l’acquisto dei registratori di cassa digitali, che rischia di essere una vera batosta, n commercio italiano è sempre stato uno dei comparti più vitali della nostra economia. Ma dal 2008 ad oggi, ha sofferto molto. I piccoli e medi commercianti che, in questo momento, continuano ad alzare ogni mattina la saracinesca sono veri e propri eroi. Dovremmo cercare di tutelare e proteggere queste imprese, non aggravarle. Così si avvantaggia solo il commercio elettronico, fatto spesso di realtà che non pagano le tasse in Italia».

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