Stop and go tecnico per il reddito di cittadinanza. La possibilità di presentare le domande online per la misura bandiera del M5S è infatti “temporaneamente sospesa in attesa che venga aggiornato il modello di domanda con le ultime novità normative”. Nessun allarme però: come spiega il Ministero del Lavoro, venerdì scorso è infatti stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la legge di conversione del cosiddetto decretone approvato il 27 marzo. E la nuova norma introduce delle modifiche (seppur piccole) alle disposizioni relative per Reddito e pensione di cittadinanza che implicano di nuovi moduli. Traduzione in concreto? Per le richieste bisognerà aspettare solo qualche giorno: già dal 6 aprile Poste e sito della misura saranno di nuovo operativi per i potenziali beneficiari. Tra Camera e Senato per il reddito sono stati infatti modificati alcuni aspetti. In primis i requisiti di reddituali e patrimoniali, per passare ai maggiori aiuti per le famiglie con i disabili e alla stretta sui genitori single. Senza dimenticare la certificazione richiesta per i cittadini extra Ue, necessaria per “comprovare” la composizione del nucleo familiare. Infine gli assegni per la pensione di cittadinanza saranno interdetti “ai soggetti condannati a pena detentiva con sentenza passata in giudicato per i reati con finalità terroristiche e di stampo mafioso, ai latitanti o agli evasi”. I nuovi requisiti saranno validi così per chi presenterà domanda dal 6 aprile in avanti, e riceverà il beneficio potenzialmente a maggio. Le domande presentate nella prima fase restano valide e proseguono il loro iter. Di certo, però, potrebbero risultare invalidate nel caso non corrispondessero alle nuove norme introdotte. Per esempio per quanto riguarda i cittadini extra Ue e anche per i soggetti “interdetti” in seguito a condanna di cui sopra. Le richieste arrivate a inizio marzo, ha assicurato l’Inps, potrebbero essere invece ‘liquidate’ già entro la fine di questo mese. Restando al presente, si è chiusa la prima fase di raccolta per il reddito: 853.521 nuclei familiari, il 68% dei potenziali aventi diritto alla misura, hanno presentato la domanda a marzo. Quasi 3 milioni (2,8) le persone coinvolte, con buonissima affluenza dai Caf. Ora si apre la fase bis: l’obiettivo è lo sprint finale prima delle Europee, vero banco di prova elettorale per l’azione economico-sociale del governo.