“Abbiamo saputo che incontrerĂ il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, al margine dei lavori del GT7 Forum, in Cina. Siamo certi che si farĂ ulteriormente portavoce della richiesta di veritĂ e giustizia sul rapimento, tortura e morte di nostro figlio, avvenute al Cairo tra il gennaio e febbraio 2016″. CosĂÂŹ, in una lettera al premier Giuseppe Conte pubblicata da Repubblica, Paola e Claudio Regeni, i genitori del ricercatore Giulio Regeni ucciso in Egitto agli inizi del 2016. “Le chiediamo di essere determinato ed incisivo con il presidente egiziano, di andare oltre ai consueti proclami e promesse, di ricordargli che la procura romana ha giĂ inserito cinque persone nel registro degli indagati, in base alle indagini effettuate superando gli enormi ostacoli posti da parte degli stessi egiziani; Ăš giunto il momento di ricevere  una risposta concreta, vera e definitiva”.
“Senza questa risposta la dignitĂÂ del nostro paese e delle istituzioni che Lei rappresenta risulterebbe irrimediabilmente mortificata – proseguono – Presidente Conte, si ricordi di Giulio mentre stringera’ la mano del Generale Al Sisi e pretenda, senza ulteriori dilazioni o distrazioni di sorta, la veritĂÂ sulla sua uccisione. Lei si e’ proposto come avvocato difensore del popolo italiano. Sia, come ha promesso, il suo avvocato, lo sia di tutti i cittadini italiani che confidano nel rispetto dei diritti umani e nella loro intangibilitĂÂ “.