Ocse, Italia ferma: nel 2019 sarà crescita zero, timori sul debito

L’Italia è ferma, nel 2019 sarà crescita zero. A rilanciare le preoccupazioni sul nostro Paese è l’Ocse nel suo rapporto sulle economie, in cui, pur ritoccando leggermente al rialzo le stime, conferma una sua persistente debolezza. E anche l’orizzonte globale, attraversato dalle sfide sui commerci e dall’incertezza geopolitica, non lascia tranquilli, inducendo l’organizzazione parigina a rinnovare l’invito a raddoppiare gli sforzi per sostenere lo sviluppo.

Il 2019 per l’Italia, mette in luce l’Ocse, sarà un anno di “stagnazione”,con il Pil fermo a zero mentre nel 2020 dovrebbe aumentare dello 0,6%. Stime in leggero rialzo rispetto alle precedenti visto che ad inizio aprile l’organizzazione internazionale per l’Italia parlava di un Pil in calo dello 0,2% quest’anno e in espansione dello 0,5% il prossimo. Anche sul fronte del debito le previsioni sono fosche con il peso sul Pil destinato a salire al 134,1% quest’anno (dal 132,2 di fine 2018) per poi aumentare ulteriormente fino a raggiungere il 135% nel 2020. E proprio la zavorra del debito, cui resta legata l’estrema volatilità dello spread, per l’Ocse rischia di condizionare le politiche economiche. “L’elevato rapporto tra debito e Pil – afferma l’organizzazione – lascia l’Italia vulnerabile alle variazioni dei tassi di interesse, limitando le scelte politiche per stimolare la crescita e perseguire obiettivi sociali”.  Per questo all’Italia serve “un piano di riforma a medio termine chiaro e credibile per stimolare la crescita e ridurre il rapporto debito/Pil come prerequisito per migliorare la credibilità fiscale e ridurre il premio di rischio sui prestiti pubblici”.

Altro nodo da sciogliere resta quello della disoccupazione e più in generale del mercato del lavoro. La disoccupazione in Italia, segnala il rapporto, salirà all’11,7% nel 2019, dal 10,6% dello scorso anno, per poi aumentare ancora sopra il 12,3% nel 2020: ma soprattutto è grave che “la disoccupazione abbia smesso di diminuire soprattutto tra i giovani e le donne”, mentre “un ampio rallentamento del mercato del lavoro e una stagnante produttività stanno frenando la crescita dei salari del settore privato”. Per fronteggiare questa situazione l’Ocse interviene anche su alcuni strumenti su cui sta lavorando il governo. E in particolare raccomanda di “ricalibrare” il reddito di cittadinanza introdotto recentemente, mentre sul salario minimo riconosce la sua funzione ma chiede che “sia fissato ad un livello tale da non danneggiare il mercato del lavoro”.

Se questo è il quadro nazionale restano anche le difficoltà a livello globale.  “La crescita – segnala l’Ocse – ha rallentato bruscamente verso la fine del 2018 e ora si sta stabilizzando a un livello moderato. Crescenti conflitti commerciali e pericolose vulnerabilità finanziarie minacciano un nuovo indebolimento dell’attività minando gli investimenti e la fiducia in tutto il mondo”, sottolinea il rapporto.
Nel dettaglio l’Ocse prevede che l’economia mondiale crescerà del 3,2% nel 2019 e del 3,4% nel 2020. L’Outlook include revisioni al ribasso per molte importanti economie e avverte che gli attuali tassi di crescita non sono sufficienti per ottenere importanti miglioramenti in termini di occupazione o standard di vita. Il rapporto identifica le continue tensioni commerciali come il fattore principale che pesa sull’economia mondiale e osserva che il commercio mondiale è destinato a crescere di poco più del 2% quest’anno, che sarebbe il tasso più basso in un decennio. In questo contesto per garantire un futuro economico più forte chiede il ritorno alla cooperazione internazionale e al dialogo multilaterale e rinnova le richieste di combinare le riforme strutturali in tutti i paesi dell’area dell’euro con ulteriori investimenti pubblici in paesi europei a basso debito.

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