Petrolio, Federpetroli: Attesa a breve inversione prezzi, pesa Venezuela

Milano, 2 mag. (LaPresse) – “Sicuramente la situazione venezuelana prende la scena sulla guerra dei prezzi del petrolio del Brent e Wti, dopo le dichiarazioni degli Stati Uniti d’America sulle sanzioni all’Iran. Le tensioni dei prezzi del petrolio saranno nelle prossime settimane bilanciate dalle dichiarazioni della Russia, alleato strategico del Venezuela ed in prima linea anche nella delicata situazione del Medio Oriente. Le speculazioni di questi giorni sulle principali piazze finanziare sono da attribuirsi unicamente ad una forte volatilità dei prezzi dovute agli scambi in contrattazioni giornaliere”. Lo dice a LaPresse Michele Marsiglia, presidente della FederPetroli Italia, federazione di categoria del settore energetico, commentando le quotazioni del petrolio in lieve calo in Asia ma dopo i rialzi recenti e sempre su livelli elevati. La diminuzione dei prezzi del petrolio in Asia arriva dopo l’aumento delle riserve statunitensi di greggio che ha controbilanciato l’impatto della stretta delle sanzioni statunitensi contro l’Iran e la crisi in Venezuela. Le scorte di greggio negli Stati Uniti sono salite di 9,9 milioni di barili la scorsa settimana e la produzione ha raggiunto un nuovo record di 12,3 milioni di barili al giorno, secondo i dati pubblicati mercoledì dalla US Energy Information Agency (EIA).

E l’Opec è determinata a “evitare una crisi energetica mondiale”, ha detto a Teheran il segretario generale Opec, Mohammed Barkindo.

“L’Opec fa sentire solo in queste ore la sua voce: è questione di giorni e dopo potremmo assistere a inversioni sia dei prezzi dei principali greggi che alla riorganizzazione delle quote di mercato.

Un Brent su quota 70 dollari a barile non soddisfa ancora un break-even saudita posizionato ad 85 dollari/Barrel, anche in previsione della quotazione della Compagnia petrolifera di Stato Saudita Saudi Aramco”, aggiunge Marsiglia.

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