Il 31% delle partite Iva soggette agli Isa può aspirare ai vantaggi del regime premiale. Su una platea complessiva di 3,6 milioni di professionisti, società e ditte obbligate ad “attendere il voto” delle pagelle fiscali sono potenzialmente 1,1 milioni a poter aspirare all’8, ossia il voto a partire dal quale scattano i premi. Mentre sono circa 770mila quelli che possono aspirare all’all in» e portarsi a casa tutti i vantaggi previsti, conseguendo un voto in pagella dal 9 al Sud. Sono i dati elaborati in base alle ultime esperienze degli studi di settore e presentati ieri nel corso dell’incontro sugli Isa alle Entrate dal direttore dell’Agenzia, Antonino Maggiore. Dopo aver ammesso che si è arrivati un po’ lunghi per completare tutti i tasselli dell’operazione ma «lavorando». Maggiore ha ricordato che «eravamo noi stessi a farci promotori di una proroga dei versamenti, proroga che sarà un po’ più estesa» con l’emendamento al decreto crescita che porta il termine al 30 settembre. Vincenzo Atella, ad di Sose, ha rimarcato come gli Isa siano «un grande passo avanti rispetto agli studi di settore: stiamo lavorando con associazioni e imprese per migliorare il rapporto fisco-contribuenti». Come spiegato dall’ad di Sogei, Andrea Quacivi, gli Isa non sono solo uno strumento di compliance fiscale ma offrono spunti alle imprese attraverso benchmark per poter comprendere e approfondire il loro stato di salute. Ma non solo, perché per Quacivi il lavoro fatto finora è un punto di partenza per migliorare ulteriormente. «Gli Isa rappresentano un’opportunità perché fanno avvicinare 3,5 milioni di contribuenti verso un obiettivo di compliance. Si è passati da uno strumento rigido a uno flessibile», ha fatto notare il vicedirettore delle Entrate, Paolo Valerio Barbantini. In relazione a chi riporterà un voto meno affidabile (dal 6 in giù), Barbantini ha voluto chiarire che non ci saranno automatismi perché saranno considerati anche altri elementi per arrivare a stilare le liste selettive. In pratica, non tutti i soggetti che riporteranno voti bassi saranno sottoposti a controllo. Sullo sfondo, però, resta il problema dei tempi con cui adesso prendere confidenza con i software e gli altri strumenti. Soprattutto tra i rappresentanti di professionisti e imprese prevale l’impressione e la necessità di affermare che questo primo anno di applicazione degli Isa venga considerato come sperimentale. Del resto, come rimarcato dal direttore delle politiche fiscali di Confartigianato, Andrea Trevisani, «è mancata completamente la sperimentazione» mentre ora non mancano le criticità. Il delegato alla fiscalità del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec), Maurizio Postai, ha espresso la «rabbia di una categoria che si trova a dieci giorni dalla scadenza dell’adempimento, totalmente sprovvista degli strumenti perché mancano ancora le release per applicarlo. È stato fatto un bellissimo lavoro di back office e non si è curato il rapporto di front office con professionisti e intermediari». Inoltre «manca qualsiasi documento di prassi» spiega ancora Postai che suggerisce la via delle Faq, che si sono rivelate uno «strumento utilissimo sulla fattura elettronica».Proprio sull’e-fattura, che secondo quanto annunciato dall’ad di Sogei Quacivi si avvia a toccare un miliardo di invii allo Sdi entro fine mese, il presidente di Assosoftware Bonfiglio Mariotti ha voluto evidenziare i risultati raggiunti. Dal rappresentante delle software house è arrivata anche la richiesta a ripensare il calendario per l’anno prossimo, con l’amministrazione finanziaria che potrebbe rilasciare le prime componenti di calcolo per i test entro il 31 marzo e poi i componenti definitivi entro il 30 aprile. Per l’anno prossimo Sose, Sogei ed Entrate studiano già le semplificazione. Per gli nIsa dei professionisti i dati contabili attualmente da indicare nel quadro G potrebbero essere “pescati” dal modello Redditi (quadro RÈ) senza un obbligo di doppia indicazione.
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