Crisi di governo, scontro sulla data del voto alla sfiducia. Salvini in minoranza, Pd-M5s più vicini

Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia spingono per anticipare il voto del Senato sulla sfiducia al premier Giuseppe Conte. Dall’altra parte l’inedito asse tra Pd, M5s, Leu e gruppo misto chiede la calendarizzazione per il 20 agosto. La decisione verrà presa oggi dall’Aula del Senato, convocata dopo il mancato raggiungimento dell’unanimità nella capigruppo di ieri. Il centrodestra tenterà di forzare l’asse Pd-M5S-Misto, che sulla carta può contare su 170 voti (senza i 5 senatori a vita) contro i 138 di Lega-Fdi-Fi (137 perché Umberto Bossi non vota da tempo dopo il malore che lo ha colpito). Se quindi l’asse anti-salviniano – che sulla carta ha la maggioranza – passasse, potrebbe far intravedere una possibile maggioranza alternativa M5s-Pd. Al termine del voto al Senato si riunirà anche la capigruppo alla Camera. I

Il Cav riunisce Fi. Intanto Silvio Berlusconi ha riunito vertici di Forza Italia a palazzo Grazioli in attesa dell’incontro con Matteo Salvini dopo il voto al Senato. Secondo quanto si apprende “c’è preoccupazione perché prende forma un accordo tra Cinquestelle e Pd che si tradurrebbe in un governo finalizzato a far eleggere Beppe Grillo al Quirinale, alla scadenza del mandato di Sergio Mattarella”. La partita, spiegano le stesse fonti, “si sta spostando sul Quirinale”.

Renzi convoca una conferenza stampa. Alle 16:30 il senatore Matteo Renzi terrà una conferenza stampa in Senato, nella Sala Caduti di Nassyria, per illustrare la propria posizione sulla crisi politica in atto. Sull’ipotesi di un governo di legislatura l’ex leader dei dem ha dichiarato: “Non mi impicco alle formule. La priorità è evitare la recessioni. Votando a ottobre l’Iva schizza al 25%, conosco i numeri del bilancio, rischiamo la recessione e non possiamo permettercelo”. 

Giuseppe Conte potrebbe guidare un esecutivo di legislatura? “Conte non è che in questo anno abbia brillato moltissimo, è stato un premier sostanzialmente inesistente. Tuttavia non tocca a me decidere o valutare, è un compito del capo dello Stato e dei partiti. Quello che è fondamentale è che si faccia presto, perché l’Italia sta perdendo terreno su tutti i dossier internazionali”. 

E sulla possibilità di un addio ai dem per creare un nuovo soggetto politico sottolinea: “Se ho preso un posizione chiara è perché sono preoccupato per i conti pubblici e per le famiglie. Le discussioni interne al Pd, i retroscena a me non interessano e non mi riguardano. Quando ci sarà da dire qualcosa, lo faremo chiaramente”. 

Gli scenari dopo la sfiducia. Dal punto di vista del Quirinale è importante che dal voto al Senato emerga una maggioranza chiara dei gruppi e che si abbiano chiari anche gli obiettivi di tale esecutivo. Una volta votata la sfiducia al premier Conte, partiranno dal giorno dopo le consultazioni al Quirinale dei partiti e solo allora Sergio Mattarella scoprirà la sue carte. In ambienti parlamentari circolava con forza l’ipotesi di un Conte-bis. Ipotesi che tuttavia al momento i “due” Pd – quello di Renzi, che ha la maggioranza dei gruppi parlamentari, e quello di Zingaretti, che ha la maggioranza negli organi di partito – non prendono neanche in considerazione: “Non ci si può accordare con chi ha avallato tutte le scelte della Lega”, è il refrain. Fra le ipotesi quella di un esecutivo guidato dal presidente uscente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone. Tra i nomi sul tavolo anche quello di due donne: il segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, e la giudice costituzionale Marta Cartabia.

Reviews

Related Articles