Draghi ‘ricuce’ col nuovo governo in Libia e ‘spacca’ il Pd

ROMA – Presto servirà un chiarimento da parte del premier Mario Draghi. Oggi il presidente del Consiglio è volato in Libia per incontrare Abdelhamid Dabaiba, il nuovo primo ministro. Bisognava riportare l’Italia in primo piano, riprendere e rafforzare i contatti con il nuovo esecutivo. Ma è sulle politiche migratorie che il premier Draghi ha scatenato la reazione di alcuni esponenti di primo piano del Pd: “Noi esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa – ha detto Draghi- per i salvataggi e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia, ma il problema non è solo geopolitico ma è anche umanitario. E da questo punto di vista l’Italia è uno dei pochi paesi, forse l’unico, che continua a tenere attivi i corridoi umanitari”.

Di lì a poco sono arrivate dure reazioni. “Il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha fatto bene a recarsi in Libia per colloqui con la nuova dirigenza del Paese… Ha detto l’eurodeputato e vicepresidente della Commissione LIBE a Bruxelles, Pietro Bartolo- si resta, però, interdetti se non stupiti per l’affermazione del presidente Draghi quando sostiene che ‘sul piano dell’immigrazione noi (Italia, ndr) esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa nei salvataggi e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia’. Cosa fa la Libia per i salvataggi? A noi risulta che, quando opera, e in molte occasioni supportata dalla logistica dell’europea Frontex, la Libia riprenda i migranti in fuga e li riporti nei centri di detenzione, veri e propri lager”. Di qui l’invito a Draghi “di chiarire ed illustrare al piu’ presto possibile qual è la posizione ufficiale del governo”.

Anche Laura Boldrini, ex presidente della Camera ora deputata Dem, non è stata tenera: “L’Italia deve contribuire alla stabilizzazione e alla pace della Libia, dopo la terribile guerra civile fomentata anche da potenze straniere. Grave che Draghi abbia ignorato le violenze e le torture, subite dai migranti nei campi di detenzione, denunciate dall’Onu”. Ciliegina sulla torta, la presa di posizione di Matteo Orfini, ex presidente Pd: “Draghi ha espresso ‘soddisfazione’ per quello che la Libia fa sul salvataggio dei migranti. Significa dirsi soddisfatti della sistematica violazione dei diritti umani. Era inaccettabile quando lo dicevano i suoi predecessori. È inaccettabile anche oggi che a dirlo è lui”.

Non solo Libia. Oggi ci sono stati momenti di tensione anche davanti la Camera dei Deputati, dove una manifestazione organizzata per protestare contro le chiusure degli esercizi commerciali è stata caricata dalle forze dell’ordine. Tra loro anche anche un uomo travestito da Jake Angeli, lo sciamano visto durante l’assalto al Congresso americano, con tanto di corna e volto dipinto tricolore. “Non vogliamo fare incontri, vogliamo entrare in Parlamento”, ha urlato uno di loro nel megafono a pochi centimetri dal cordone della polizia che pochi minuti prima i manifestanti avevano provato a sfondare. Sul palco era salito anche Vittorio Sgarbi che fra le ovazioni della piazza aveva parlato di un Governo che “ammala i sani e non guarisce i malati”.

Per quanto riguarda la politica nazionale, si è svolto oggi l’atteso faccia a faccia tra il nuovo segretario del Pd, Enrico Letta, e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Alla fine poche parole per sottolineare che c’è accordo nell’appoggio al Governo Draghi, ma restano le distanze per quanto riguarda il rapporto col M5S. “Col Pd abbiamo un’opinione diversa sul M5S- ha detto Renzi- era noto ed è stato confermato dall’incontro di oggi. Se immagino un posizionamento politico da qui al 2023 dico che non voglio stare né con la destra di Meloni e Salvini, né con la sinistra grillina e populista. Letta dice che non vuole un Pd subalterno al M5S, ma bisogna capire cosa vuol dire fare un accordo con i grillini”.

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