Sodalizio ‘ndrangheta-camorra, riciclaggio e frode di prodotti petroliferi: 70 arresti

REGGIO CALABRIA – 70 provvedimenti di custodia cautelare e il sequestri di immobili, società e denaro per 1 miliardo di euro. Questi i numeri dell’operazione effettuata dai Comandi provinciali della guardia di finanza di Napoli, Roma, Catanzaro e Reggio Calabria, assieme ai carabinieri, coordinati dalle rispettive Direzioni distrettuali antimafia e dalla Procura nazionale antimafia. Ai soggetti coinvolti sono contestati i reati di associazione mafiosa, riciclaggio e frode fiscale di prodotti petroliferi.

“Nell’indagine della Dda di Napoli emerge un ruolo centrale nella presenza mafiosa nel settore della commercializzazione degli idrocarburi di figure apicali dell’associazione camorristica capeggiata fra gli altri da Antonio Moccia”. Cosi’ il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, nel corso della videoconferenza con i procuratori di Catanzaro Nicola Gratteri, di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, di Roma Michele Prestipino, riguardo l’operazione che ha portato a provvedimenti cautelari a carico di oltre 70 persone ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, riciclaggio e frode fiscale di prodotti petroliferi e sequestri di immobili, societa’ e denaro contante per un valore di circa 1 miliardo di euro. “Il sodalizio criminale denominato ‘clan Moccia’ costituisce una tra le piu’ potenti e pericolose organizzazioni camorristiche del panorama nazionale ed e’ notorio per l’abilita’ nello stringere patti con esponenti di rilievo dei settori pubblico e privato per agevolare profittevoli investimenti di capitali illeciti nell’economia, legale e illegale. Tra le indagini condotte dalla DDA di Napoli negli ultimi 15 anni sui Moccia, quella odierna mette in luce le piu’ attuali evidenze degli interessi dei Moccia nell’economia legale, in particolare nel ‘settore strategico dei petroli’. Questa attivita’ prende le mosse nel 2015 da una indagine del GICO della Guardia di Finanza di Napoli – su delega della DDA partenopea – che riguardava inizialmente rilevanti investimenti del clan Moccia nei settori dell’edilizia e del mercato immobiliare. A conferma dell’importanza attribuita al nuovo canale ‘legale’ di investimento, se ne occupa personalmente un esponente di vertice del clan, Antonio Moccia attraverso contatti, ampiamente intercettati, con l’imprenditore di settore Alberto Coppola, coi commercialisti Claudio Abbondandolo e Maria Luisa Di Blasio e col faccendiere Gabriele Coppeta. Infatti Coppola utilizzava nelle proprie relazioni commerciali la sua parentela con Moccia Antonio, presentandosi all’occorrenza come suo cugino; lo stesso Moccia qualificava il Coppola pubblicamente come suo ‘cugino'”, si legge in una nota.

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