Dal 22 giugno riapre al traffico il ponte di Gaby

GABY (Aosta) – Verrà aperto al traffico domani, intorno alle 16, il nuovo ponte sul torrente Niel, all’altezza della piazza comunale di Gaby.

La struttura era stata spazzata via dalla piena del torrente, lo scorso 3 ottobre, interrompendo di fatto la circolazione lungo la strada regionale della Valle del Lys, da e per Gressoney. La circolazione era stata ripristinata in via provvisoria in pochi giorni, tramite la costruzione di un guado sul medesimo torrente a valle del ponte crollato. Il nuovo attraversamento è costituito da travi prefabbricate solidarizzate con un impalcato in calcestruzzo.

Presenta una carreggiata di 7 metri di larghezza e due percorsi pedonali di collegamento con i marciapiedi esistenti. Sono stati eseguiti anche la sistemazione idraulica del torrente Niel e il ripristino definitivo delle reti tecnologiche a servizio del centro abitato. Nei prossimi giorni si provvederà a completare i percorsi pedonali e a rimuovere il guado provvisorio che ha consentito in questi mesi il collegamento con Gressoney-Saint-Jean e La-Trinité. La cerimonia di inaugurazione avverrà nel mese di settembre, in occasione della festa patronale di San Michele.

Soddisfatto per aver rispettato le tempistiche di realizzazione l’assessore alle Finanze, Innovazione, Opere pubbliche e territorio Carlo Marzi. E aggiunge: “È un’opera attesa ed importante per le popolazioni dei comuni della vallata del Lys e per questo, sin dall’avvio del cantiere, d’accordo con l’impresa che sta eseguendo i lavori, abbiamo posto particolare attenzione nel cercare di ridurre al massimo i tempi per anticiparne la realizzazione”.

A metà luglio sarà anche completata la realizzazione del ponte sulla strada regionale all’altezza di Issime, così “vedremo totalmente ripristinata la normale percorribilità della strada regionale della valle del Lys, di grande importanza per le popolazioni dei comuni interessati, in vista di una attesa ripartenza a seguito di una lunga chiusura invernale subita all’interno di un contesto già di per sé di grande difficoltà per le realtà di montagna”, conclude Marzi.

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