Il no del Fisco non bloccherà il concordato preventivo

Ridefinzione degli indicatori di allerta. Revisione dei meccanismi di nomina dell’Ocri. Estensione del cram down. Ripensamento dei requisiti per la prima iscrizione all’Albo dei gestori delle crisi d’impresa. Prende forma il decreto correttivo al Codice della crisi, in vista dell’entrata in vigore di ferragosto 2020. Il testo messo a punto dall’ufficio legislativo del ministero della Giustizia è ormai in dirittura d’arrivo (negli ultimi giorni un contributo di coordinamento è stato offerto da un informale gruppo di lavoro magistrati-professionisti) e sarà presentato entro novembre in consiglio dei ministri. Senza puntare a stravolgimenti di istituti inediti che ancora devono essere mesi alla prova per la prima volta o che, rivisti, devono essere sperimentati, il testo interviene su aspetti però tutt’altro che banali del Codice. A partire dall’allargamento, dagli accordi di ristrutturazione al concordato preventivo, della possibilità che il giudice, dopo una valutazione di convenienza, possa aggirare il diniego dell’amministrazione finanziaria, omologando comunque la proposta. Una previsione che permetterà di attenuare le conseguenze della “timidezza” con la quale l’amministrazione finanziaria, per timore della contestazione di danno erariale, spesso non acconsente alle proposte di intesa tra debitore e creditori. Ma nel testo del decreto potrebbe finire una più puntuale definizione degli indicatori di crisi, chiarendo meglio la non sostenibilità del debito a 6 mesi, evitando distorsioni che permetterebbero l’attivazione delle misure di allerta solo in caso di imprese in continuità aziendale. E, in tema di allerta, è in agenda una revisione del meccanismo di nomina dei componenti dell’Ocri, per rendere la procedura più coerente con i criteri fissati dalla legge delega. E, tema assai caro ai professionisti, nell’agenda del decreto trova posto anche una revisione dei requisiti richiesti per la prima iscrizione all’Albo dei soggetti incaricati dall’autorità giudiziaria delle funzioni di gestione e di controllo nelle procedure di crisi. In discussione la necessità dei 4 incarichi in 4 anni, dopo che plurime segnalazioni, anche della magistratura, ne hanno indicato le criticità. A venire rimodulato dovrebbe poi essere il procedimento per la concessione delle misure protettive, soprattutto quando richieste nell’ambito delle procedure di allena, al fine di eliminare alcune ambiguità della disciplina attuale e rendere la procedura più snella. In questa prospettiva è oggetto di valutazione l’attribuzione della competenza nel solo ambito dell’allerta al giudice monocratico. E su questo punto una riflessione è incorso sulla possibilità di introdurre una diversa articolazione delle misure protettive a vantaggio del debitore, evitando che i 12 mesi di durata comprendano, attraverso il sistema del cumulo, anche le misure protettive sull’allerta, distinguendole in questo modo dalle procedure concorsuali. Infine, dovrebbe essere prevista una più puntuale disciplina del piano del consumatore, del concordato minore e della liquidazione controllata, per eliminare alcune incertezze interpretative.

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