Per le garanzie 100% via alla corsa, risorse solo per 300-400mila

C’è il modulo con la richiesta di garanzia statale da inviare alle banche o ai consorzi fidi per avviarel’iter. Ma quello che potrebbe mancare, almeno in una misura adeguata, sono le risorse. Ieri è stato pubblicato sul sito del Fondo di garanzia e su quello del ministero deUo Sviluppo economico il modulo relativo alla garanzia del 100% su prestiti fino a un massimo di 25mila euro. Il modulo va inviato via mail (anche con posta non certificata) agli intermediari finanziari che dovranno a loro volta richiedere la garanzia statale. Prestiti «operativi da domani (oggi per chi legge) e prime erogazioni già lunedì» ha assicurato ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. I limiti Va premesso che, in base al decreto liquidità, per i cosiddetti “mini prestiti” la garanzia statale del 100% è automatica e senza valutazione del Fondo. Ma il primo passo ovviamente è ottenere il prestito dalle banche, che non sono vincolate a concederlo e che possono comunque effettuare la loro istruttoria. Il prestito può arrivare a 25mila euro ma sempre entro il limite del 25% dei ricavi. Sono ammesse Pmi e lavoratori autonomi. La durata del finanziamento è fino a 6 anni con inizio del rimborso dopo due anni e il tasso massimo applicabile è rapportato al Rendistato più uno spread dello 0,2% e ai valori attuali si attesta intorno all’1,2%. La grande attesa per questa misura si è concretizzata subito, con il sito del Fondo centrale di garanzia andato rapidamente in tilt per i troppi accessi. Per ore è stato possibile scaricare il modulo solo dal sito del ministero dello Sviluppo o dai vari siti di informazione che nel frattempo lo avevano messo in rete.

Il problema risorse
Ieri si è riunito il Consiglio di gestione del Fondo di garanzia, che stima di ricevere le prime richieste dalle banche per la prossima settimana o al massi mo nella prossima riunione di venerdì. Ma per il via libera servirà comunque completare l’aggiornamento della piattaforma informatica del Fondo. Nel frattempo è stata stabilita la percentuale di accantonamento a titolo di coefficiente di rischio: il 30%. Non è una percentuale qualsiasi, significa che per questo tipo di finanziamenti la leva è di circa 1 a 3: per ogni euro di garanzia tre euro di finanziamenti. Una leva molto bassa, rispetto al rapporto di 1 a 12-14 che caratterizza l’operatività del Fondo.

Artigiani e piccole Imprese.
Ieri è stato pubblicato sul sito del Fondo di garanzia e su quello del ministero detto Sviluppo il modulo per la garanzia del 100% su prestiti fino a 25mila euro L’accantonamento è molto alto a causa dell’indice di rischiosità elevato di queste piccole operazioni. A conti fatti, con gli 1,7 miliardi stanziati nel decreto liquidità – se anche tutte le risorse si utilizzassero solo per questa categoria di garanzie e non anche per quelle al di sotto del 100% – si potrebbero coprire solo 200mila richieste per prestiti di 25mila euro. Se si considera invece un valore medio dei prestiti stimato in questo momento a 15mila euro, si arriva a circa 340-350mila dichiarazioni. La distanza con la potenziale platea è enorme, anche se i beneficiari delle garanzie al 100% devono attestare di aver subito danni collegati all’emergenza. Le cifre di riferimento sono davvero notevoli: in Italia ci sono circa 4,3 milioni di Pmi. Se poi si calcolano le imprese fino a 499 dipendenti (che ad esempio possono accedere alle garanzie al 90%) siamo a quota 6 milioni e 90mila (elaborazioni InfoCamere su dati registro delle imprese/Inps). Anche il Consiglio nazionale dei commercialisti sottolinea il nodo risorse. Sarà determinante ora un nuovo decreto atteso per fine aprile che dovrebbe contenere l’aumento del plafond (il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli ha indicato l’obiettivo di 7 miliardi).

Le Informazioni
Tornando al modulo da inviare agli intermediari finanziari, tra le varie voci va specificato che il soggetto beneficiario non è destinatario di provvedimenti giudiziali che applicartele sanzioni della cosiddetta legge 231 e che non è in corso in esclusioni dettate dal codice dei contratti pubblici. Bisogna accettare il diritto del Fondo centrale di rivalersi sul beneficiario nel caso questi non rimborsi il prestito alle banche e specificare la propria classe dimensionale in base al parametri della raccomandazione della commissione Uè 2003/361, Da dettagliare gli aiuti di Stato di cui si è eventualmente già beneficiato e l’amministrazione che li ha concessi. Nel modulo vanno riportati i dati relativi al ricavi dell’ultimo esercizio contabile, come da ultimo bilancio depositato o da ultima dichiarazione fiscale presentata. Per soggetti costituiti dopo il 1° gennaio 2019, invece, per attestare i ricavi basta un’autocertificazione oppure, specifica il modulo, altra documentazione idonea allo scopo. Da compilare anche la voce relativa al codice Ateco dell’attività economica interessata dal finanziamento e quella in cui si attesta che si sono subiti danni economici legati all’emergenza Covid-19. Non solo: vanno elencate le finalità del prestito. Come da prassi del Fondo, è prevista poi l’autorizzazione a controlli ed ispezioni presso le proprie sedi che il gestore (gruppo di banche guidato da Mediocredito centrale) dovesse ritenere necessari. Per indebita fruizione si richiamano le sanzioni previste dal Dlgs 123 del 1998: da due a quattro volte l’importo dell’intervento. 

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