Bonus & contributi professionisti in ordine sparso

Due strade parallele che si biforcano. Il mondo dei professionisti ordinisi i ci e quello dei liberi professionisti (partite Iva, artigiani e commercianti) ha avuto spesso approcci e trattamenti diversi durante la prima fase della pandemia. Dai contributi a fondo perduto al credito d’imposta per canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda; dalle agevolazioni per le ore di lavoro finalizzate a percorsi formativi sulla base di contratti collettivi ai contributi Invitalia per la riduzione del rischio da contagio nei luoghi di lavoro; senza dimenticare i crediti d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro o per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione per garantire la sicurezza dei dipendenti. Sono molteplici i bonus introdotti dal Decreto Rilancio che ha previsto misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro, all’economia e alle politiche sociali connesse all’emergenza Covid-19. Ma le differenze tra professionisti ordinistici iscritti a casse private e liberi professionisti sono evidenti. La disparità che brucia di più è quella che esclude dai contributi a fondo perduto i professionisti ordinistici, in quanto iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria, che hanno in più occasioni denunciato lo squilibrio tra le misure previste per sostenere le imprese e quelle rivolte ai professionisti. A non poter accedere alla misura, inoltre, i professionisti iscritti alla gestione separata Inps che hanno invece diritto al bonus previsto dall’articolo 27 del citato decreto. Professionisti ordinistici e non tutti sono poi esclusi dalle misure di sostegno alle imprese per la riduzione del rischio contagio nei luoghi di lavoro. Ovvero dai contributi Inail, gestiti da Invitalia, per le imprese che hanno acquistato apparecchiature, attrezzature, dispositivi elettronici per l’isolamento o il distanziamento dei lavoratori e altri strumenti di protezione. «Scelte inaccettabili — afferma Marina Calderone, presidente del Comitato Unitario delle professioni — che hanno dimostrato un atteggiamento punitivo nei confronti di un settore determinante per il sistema economico del nostro Paese che ha attraversato, e continuerà a farlo per i prossimi mesi, una fase di enorme difficoltà e necessita oggi di sostegno». Un tema su cui c’è stata parità di trattamento tra tutti i componenti del libero impiego, è stato invece il credito d’imposta. Esercenti attività d’impresa, arte o professioni, associazioni, fondazioni e altri enti privati, compresi gli enti del terzo settore, nonché per gli enti religiosi civilmente riconosciuti potranno invece accedere al credito d’imposta per canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda. Credito d’imposta del 60% previsto anche per l’adeguamento degli ambienti di lavoro e dei processi produttivi per le spese sostenute nel 2020. Stessa agevolazione, per concludere, sempre nella misura pari al 60%, per la sanificazione degli ambienti di lavoro e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale per tutelare la salute dei lavoratori e degli utenti.

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