La burocrazia frena il PNRR

L’approvazione da parte dell’Unione europea della terza tranche dei fondi previsti per finanziare il Piano nazionale di ripresa e resilienza tiene banco nelle aule di Camera e Senato e nel mondo delle professioni e delle imprese per individuare le misure necessarie a sbloccare prima possibile i 19 miliardi di euro. Se ne è parlato nel corso del webinar “Pnrr: tante risorse per la crescita del Paese bloccate da scadenze, burocrazia e vincoli di spesa. Serve un piano per salvare il Piano?” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti la senatrice Mariastella Gelmini (vicesegretario nazionale di Azione e componente della Commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama), Alberto Gusmeroli (Lega), presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Anna Laura Orrico (deputata del M5s in Commissione Cultura a Montecitorio) e Nazario Pagano (Forza Italia), presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera.

Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisore dei conti dell’Odcec Bari: “La terza rata da 19 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quella legata agli obiettivi del secondo semestre 2022, è bloccata in attesa di ulteriori chiarimenti da fornire all’UE. Una circostanza che non deve assolutamente essere sottovalutata, per la quale auspichiamo il massimo impegno del governo affinché siano superati tutti gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di questo passaggio fondamentale per utilizzare a pieno i fondi. D’altro canto, finora, su 67 dei miliardi già ricevuti ne abbiamo spesi circa 23. Lo ritengo più di un campanello d’allarme per il quale è necessario individuarne rapidamente le cause e intervenire nei tempi che l’Europa ci chiede”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale Esperti Contabili): “La situazione dell’attuazione del Pnrr è la fotografia esatta della cronica incapacità della nostra pubblica amministrazione di spendere e realizzare gli investimenti. Spesso ce ne rendiamo conto girando per i comuni, dove vediamo diversi soggetti assolutamente non idonei a compiti di questa rilevanza. Probabilmente sarebbe necessario intervenire sulle capacità progettuali e di accesso alla spesa di tutti gli attori che devono attingere a queste risorse se davvero vogliamo puntare ad una attuazione più rapida ed efficiente di queste misure”.

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