«Fattura elettronica, stop sanzioni per un anno»

Il Consiglio nazionale dei commercialisti chiede la sospensione annuale – e non solo semestrale – delle sanzioni per la fattura elettronica La richiesta è stata fatta ieri durante l’audizione alla Commissione finanze alla Camera dedicata al decreto semplificazioni (AC 1074). I commercialisti hanno presentato una serie di suggerimenti correttivi del testo e suggerito – con un corposo documento di oltre 100 pagine – delle integrazioni Le osservazioni all’Atto Camera 1074 interessano 19 articoli su un totale di 36, tra questi oltre alle sanzioni per l’e-fattura, segnaliamo quello sulla trasmissione telematica dei corrispettivi (articolo 18) : i commercialisti sottolineano la necessità di un coordinamento con il Dl 119/2018 appena pubblicato. Tra le proposte ex novo di interesse generale presentate ci sono: l’introduzione graduale dell’obbligo di fatturazione elettronica nelle operazioni tra privati, la revisione delle società di comodo, la sostituzione dell’Irap con un’addizionale sul reddito d’impresa, l’accorpamento di Imu e Tasi. Tra le proposte che, invece, riguardano la categoria: il regime opzionale di cassa per le Stp, la revisione della determinazione del reddito di lavoro autonomo, l’impegno unico alla trasmissione delle dichiarazioni, l’esclusione della responsabilità del professionista per le ritenute effettuate e non versate dal sostituto d’imposta, il regime sanzionatorio per le violazioni degli intermediari Sempre ieri il Consiglio nazionale dei commercialisti ha calcolato che gli «evasori parziali» potranno risparmiare fino a 48mila euro grazie all’integrativa speciale, una delle leve della pace fiscale prevista nel decreto 119/2018 pubblicato in Gazzetta due giorni fa. Parliamo di evasori solo parziali perché per accedere all’integrativa speciale una dichiarazione, seppur infedele, deve essere stata presentata A fare i calcoli, e a mettere «nero su bianco» gli effetti dell’unione combinata di flat tax al 20% e integrativa speciale, è stato il Consiglio nazionale dei commercialisti, che ieri ha pubblicato una serie di simulazioni per quantificare il risparmio per singolo anno o per il quadriennio condonabile (dal 2013 al 2016); il tetto dei 100mila euro è stato interpretato considerando una volta sola lo stesso presupposto imponibile che viene fatto emergere per più imposte diverse Vediamo il caso – dei 5 ipotizzati dai commercialisti – con l’importo più basso. Se il reddito è di 30mila euro ed è stato dichiarato tutto, il totale versato per imposte e contributi è stato di 14.303 euro; chi invece ha dichiarato solo 10mila euro e decide di integrare gli altri 20mila, grazie alla flat tax del 20%, arriverà a versare in tutto 9.502 euro, con un risparmio di 4.800 euro l’anno. Se l’evasione è stata ripetuta per quattro anni il risparmio salirà a 19.200 euro. Se però prendiamo la massima cifra condonabile , in base alle simulazioni, il guadagno per il “para-evasore” sarà di 11.970 euro l’anno e 47.910 euro per il quadriennio.

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