La Cassa di Previdenza ed Assistenza a favore dei Ragionieri e Periti Commerciali (parte seconda)

Gli approfondimenti sulla previdenza di PAOLO LONGONI. La Legge 88/92, già meglio descritta nella prima parte di questo approfondimento, pone la categoria professionale di fronte ad un importante bivio: conservare l’ordinamento che prevede l’iscrizione all’Albo dopo il diploma e il tirocinio, ovvero modificare l’accesso alla professione parificandolo a quanto previsto dalla Direttiva Europea per l’esercizio della revisione contabile.

In realtà il Consiglio Nazionale dei Ragionieri da tempo stava discutendo al proprio interno sulla scelta: ed all’entrata in vigore della riforma sulla revisione la professione si è fatta trovare pronta: con la Legge 12 febbraio 1992, n. 183, si è proceduto alla riforma dell’ordinamento professionale, modificando in particolare l’art. 31 in materia di percorso formativo per l’accesso alla professione.

E così, a far data dall’1.1.1993, l’accesso alla professione di Ragioniere richiede, dopo il diploma, il conseguimento di Diploma Universitario ed il tirocinio biennale.

La modifica legislativa, e la modifica del percorso formativo per l’accesso alla professione, parificano nei fatti le due professioni di Ragioniere e di Dottore Commercialista, per le quali è richiesto un percorso di studi e di abilitazione del tutto simile.

E ciò provoca, inevitabilmente, la caduta di appetibilità dell’Albo dei Ragionieri rispetto a quello dei Dottori Commercialisti; in altre parole, la scelta di modificare il percorso di accesso alla professione per non perdere l’opportunità della revisione contabile alla luce della normativa UE ha avuto come contropartita il crollo delle iscrizioni agli Albi; ed il conseguente blocco delle iscrizioni alla Cassa di Previdenza.

In realtà, con una visione di prospetto, si può dire che l’adeguamento alla Direttiva Comunitaria con la riforma del percorso di accesso alla professione è stato il primo passo di un lungo cammino che poi ha portato, nel 2005, all’emanazione del nuovo ordinamento professionale comune alle due categorie.

Ma dell’unificazione tratteremo più avanti; quel che si vuole sottolineare è che il prezzo della riforma dell’ordinamento è senz’altro stato pagato dalla Cassa di Previdenza, che, bloccati gli accessi di nuovi professionisti, ha dovuto affrontare un lungo periodo di aggiustamento.

(2 – continua)

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