Telecamere e tutor di strada per frenare la movida nel centro di Bologna

BOLOGNA – Nuove telecamere e tutor di strada per mettere un freno alla movida ‘selvaggia’ nel centro di Bologna. È il progetto messo in piedi dal Comune, per il quale Palazzo D’Accursio è andato a bussare anche alla porta della Regione Emilia-Romagna per chiedere un finanziamento. È il sindaco Virginio Merola a domandarlo, con una lettera inviata in viale Aldo Moro il 5 maggio scorso. Richiesta che è stata accolta dalla Giunta Bonaccini, la quale ieri ha dato l’ok al finanziamento di 156.000 euro, su un investimento complessivo di 195.000 euro. Di che cosa si tratta? Il progetto, chiamato “Vitalità sociale e culturale della citta nel rispetto delle regole”, prevede un “intervento sperimentale di prevenzione integrata volto al miglioramento della vivibilità e sicurezza del centro storico del Comune di Bologna, con specifica attenzione a via del Pratello e piazza San Francesco, piazza Verdi, via Petroni e piazza Aldrovandi, via delle Moline, via Belle Arti e via Mascarella”.

In particolare, si legge nella delibera, “è programmata la sperimentazione, in accordo con la Prefettura di Bologna, della figura degli ‘Street tutor’ (previsti dal una legge regionale, ndr) in un’azione di mediazione sociale nelle aree e negli spazi pubblici adiacenti ai pubblici esercizi nello specifico contesto dell’attività di prevenzione dell’epidemia Covid-19”. Allo stesso tempo, il progetto prevede anche la manutenzione del sistema di videosorveglianza, che oggi presenta un “alto grado di obsolescenza”, per riqualificarlo e avere un migliore “collegamento con le sale operative delle forze di polizia e con il sistema nazionale di controllo targhe e transiti dei veicoli”.

L’accordo tra Regione e Comune di Bologna sugli ‘street tutor’ prevede che “le attività connesse al progetto dovranno essere realizzate entro il 31 dicembre 2021”, ma con possibilità di proroga. Oltre che per l’upgrade delle telecamere di sorveglianza, le risorse serviranno anche per pianificare e organizzare corsi di formazione per gli ‘street tutor’, in collaborazione con la Fondazione scuola interregionale di Polizia locale. Sarà poi creato un Registro comunale delle persone autorizzate a svolgere questa attività e dei relativi tesserini di riconoscimento. I tutor di strada saranno sperimentati “in attività di prevenzione dei rischi e di mediazione dei conflitti nello spazio, anche pubblico, adiacente ai locali e ai luoghi nei quali si svolgono gli eventi”.

Nei giorni scorsi il comandante della Polizia locale di Bologna, Romano Mignani, si è detto convinto di riuscire a mettere in campo gli ‘street tutor’ entro giugno, in linea con la scadenza suggerita dalla Prefettura e perché è anche il momento “in cui c’è un bisogno reale per la città” di questa figura.

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