Previdenza, la sostenibilità è lontana

L’«inverno demografico» dell’Italia (la lunga stagione in cui le nascite sono in calo e aumentano gli over65, ad oggi pari quasi al 24% su una popolazione di poco più di 59 milioni di abitanti) sta «gelando» le prospettive di sostenibilità dei sistemi pensionistici: per ciò che concerne l’Inps, in particolare, secondo l’analisi del commissario straordinario Micaela Gelera, da un lato la spesa «è stata fino ad ora governata», però, adesso, con la progressiva (e abbondante) andata in quiescenza dei «baby boomers» (la corposa coorte venuta alla luce tra il 1945 e il 1964, quando la Penisola viveva una fase di crescita economica dopo la seconda guerra mondiale), il costo «andrà sempre più ad aumentare». E si rivela, perciò, costruttivo esaminare i differenti criteri per l’accesso al trattamento, una volta che si è lasciata l’attività: per chi versa i contributi nell’Istituto previdenziale pubblico per la prestazione di vecchiaia (con un requisito minimo contributivo pari a 20 anni) la soglia anagrafica è di 67 anni, quella anticipata (con anzianità contributiva a prescindere dall’età anagrafica) per gli uomini è di 42 anni e 10 mesi, per le donne 41 anni e 10 mesi, invece, nel caso della Cassa del Notariato, che conta attualmente circa 5.100 professionisti iscritti, per la pensione di vecchiaia (sempre con requisito minimo contributivo pari a 20 anni) il limite per l’accesso è di 75 anni, per quella anticipata i «paletti» sono 35 anni di contributi e 67 anni e 30 di contributi. È la fotografia scattata ieri mattina nel convegno promosso a Roma dall’Ente previdenziale dei notai, occasione per il presidente Vincenzo Pappa Monteforte per ragionare anche sulle possibili evoluzioni del tasso di sostituzione: un’elaborazione su dati del ministero dell’Economia, infatti, vede per i dipendenti privati, nel 2020, l’assegno in percentuale, rispetto all’ultimo stipendio, aggirarsi sul 71,7%, ma nel 2070 calerebbe al 58,6%, mentre per gli autonomi, a distanza di 50 anni, la soglia dal 54,9% declinerebbe fino al 47,3%. Ed ecco, dunque, è stato sottolineato, profilarsi sempre più l’esigenza di incentivare l’adesione a forme di previdenza complementare per un adeguato sostentamento, quando non si potrà più lavorare, come rimarcato dalla presidente della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) Francesca Balzani. In occasione dell’8 marzo l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero ha battuto sul «tasto» delle uguali «opportunità» da garantire alle donne nel mercato occupazionale. «Dovremmo averla prima, la parità». E non dei «contentini» concessi «a posteriori», ha detto, con riferimento all’età pensionabile «rosa». All’iniziativa capitolina, infine, erano presenti pure il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti, che ha ricordato come le Casse investano «per il 75% in Europa e per il 50% in Italia» e il deputato di Fratelli d’Italia Andrea de Bertoldi, che ha ricordato la previsione in delega fiscale (legge 111/2023) della riduzione della tassazione sui rendimenti finanziari degli Enti (occorrerà, però, un decreto attuativo,

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