Il tribunale di Milano dà ragione a Emergency: “Curate gratis la paziente, anche se irregolare”

MILANO – Il tribunale di Milano ha condannato l’Ats e l’ospedale Niguarda a garantire l’accesso completamente gratuito alle cure essenziali di una cittadina romena di 53 anni. A differenza di altre regioni, la Lombardia non riconosce il diritto alle cure essenziali ai cittadini europei irregolari, che sono quindi costretti a sostenere autonomamente il costo delle terapie. Con questa sentenza, invece, per la prima volta la magistratura vincola i presidi sanitari a prestare assistenza gratuita anche a chi proviene da un paese europeo ma risiede illegalmente sul territorio lombardo.

La storia della cittadina romena inizia nel 2015, quando le viene impiantata una protesi mitralica meccanica in sostituzione di una precedente protesi biologica. Avrebbe avuto bisogno di continui controlli cardiologici, ma non le sono mai stati garantiti: perché non aveva le risorse necessarie per poter pagare le visite.

“Il deterioramento di una protesi valvolare cardiaca, o una sua disfunzione, può causare un alto tasso di mortalità- spiega Emanuele Longo, medico dell’ambulatorio mobile di Emergency- le terapie farmacologiche a cui è sottoposta devono essere monitorate costantemente per evitare l’insorgere di complicanze”. Per questa ragione, “i controlli specialistici, quali le visite cardiologiche, l’ecocardiografia, gli esami del sangue, dovrebbero essere periodici”.

La cittadina 53enne è riuscita, invece, soltanto a permettersi alcune visite al Centro per le terapie anticoagulanti. A questo punto è intervenuta Emergency che ha contattato il Niguarda, sottolineando l’illegittimità dell’esclusione della signora dal normale percorso di controllo. Gli uffici hanno continuato a rifiutare la presa in carico della paziente. Di fronte a queste resistenze, Emergency ha affidato il caso all’avvocato Marco Paggi dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che ha portato la questione in tribunale.

“Sono stati necessari due anni e due ricorsi, ma la sentenza di oggi obbliga per la prima volta Ats e Asst a riconoscere il diritto alle cure essenziali indipendentemente dalla situazione amministrativa ed economica dell’assistito”, spiega Alessia Mancuso, dell’area legale di Emergency. Il giudice “accerta- si legge nella sentenza visionata dalla ‘Dire’- il diritto della ricorrente” a ottenere le prestazioni essenziali per la propria salute, come prevede la legge italiana: l’articolo 32 della Costituzione e il Trattato unico sull’immigrazione garantiscono a chi risiede irregolarmente sul territorio italiano le cure urgenti ed essenziali.

Questo principio deve essere valido sia per i cittadini extracomunitari sia per chi arriva in Italia da un altro paese europeo. In entrambi i casi è stato predisposto l’utilizzo di un codice fiscale temporaneo che permetta la registrazione dei pazienti. Ma la Lombardia, nonostante le continue sollecitazioni, non si è mai dotata del codice per gli stranieri comunitari (chiamato ‘Eni’).

Fino ad adesso, almeno. “La sentenza avrà effetto esclusivamente sulla nostra paziente, ma si tratta comunque di un primo passo fondamentale per sollecitare una revisione delle attuali indicazioni regionali” conclude Mancuso.

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