Rifiuti, il ricorso di Raggi congela il commissariamento: la Regione aspetta il Tar

ROMA – Niente commissario ai rifiuti di Roma, almeno non nelle prossime ore. Il ricorso presentato al Tar da parte del Campidoglio contro la delibera della Giunta del Lazio del 27 maggio scorso sta inducendo alla prudenza il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Oggi scadono i 60 giorni concessi nell’atto dell’esecutivo regionale alla Giunta Raggi per individuare dentro i confini della Capitale un’area dove realizzare la discarica e una per un tmb pena (appunto) il commissariamento. Ma domani, secondo quanto è in grado di ricostruire l’agenzia Dire, non verrà nominato nessun commissario, anche se la Regione aveva il nome pronto, in base a diversi rumors che filtrano, già da maggio, quando il Tar sospese l’ordinanza di Zingaretti dell’1 aprile scorso.

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Se i giudici amministrativi decidessero di sospendere la delibera di Giunta che è alla base della nomina del commissario, anche questa figura automaticamente decadrebbe e se nel frattempo avesse adottato degli atti pure questi sarebbero nulli. Per evitare il boomerang in Regione si sarebbe deciso di prendere tempo. Quanto? Dipende da quando il Tar si esprimerà sul ricorso presentato all’ultimo minuto da Roma Capitale. La quale non avrebbe chiesto un decreto sospensivo urgente da parte del presidente della sezione I quater e questo dilata ulteriormente i tempi. Probabilmente fino ai primi giorni di settembre, quando verosimilmente i giudici amministrativi fisseranno la data per la discussione della sospensiva in camera di consiglio.

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LEGA: “IL GOVERNO COMMISSARI LA REGIONE”

E intanto la Lega Lazio invita il premier Draghi a intervenire sull’emergenza rifiuti: “Il Governo commissari la Regione Lazio sui rifiuti. Roma e Latina sono invase da cumuli di immondizia ovunque col conseguente zoo per la strada: cinghiali, topi e gabbiani. Una puzza nauseabonda che spalanca le porte ad un’emergenza sanitaria. Non ci siamo fatti mancare nulla neanche col Covid. È giunta l’ora di dire basta visto che il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, la Provincia di Latina e il sindaco pontino, Damiano Coletta, non muovono un dito”.

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