Ultima chiamata per Unipol da Cisl: tavolo sullo smart working o sciopero a scacchiera

BOLOGNA – ‘Ultima chiamata’ per i vertici del gruppo Unipol: si apra un tavolo sullo smart working, altrimenti, “in assenza di un’immediata concreta volontà di dialogo con i dipendenti da parte dell’azienda, anche sulle modalità di rientro in sede”, fissato per il 4 novembre, “verrà tradotta l’indignazione delle migliaia di lavoratrici e di lavoratori dando maggior corpo e forza alla protesta già in atto”. Ovvero, mettendo in campo uno sciopero articolato dal 25 al 28 ottobre compresi, “coinvolgendo a scacchiera le aree e le diverse società assicurative del Gruppo”. Non solo, “l’astensione dal lavoro proseguirà con la manifestazione di novembre e con le ulteriori successive iniziative: con determinazione andremo avanti fino a quando non avremo ottenuto il tavolo di negoziazione richiesto”. È la promessa della First-Cisl che lancia però un “ultimo accorato appello ai manager del Gruppo Unipol per richiedere l’immediata apertura di una trattativa sindacale tesa a realizzare un accordo sullo smart working degno della posizione di leader di mercato nonché di primaria e consolidata realtà industriale del nostro Paese”.

Dopo aver più volte ripetuta la contrarietà al rientro in ufficio per tutti dal 4 novembre e aver raccolto nelle assemblee il mandato dei lavoratori a opporsi a questa scelta, “non resta che verificare se ai vertici del gruppo interessa oppure no salvaguardare il rapporto con i propri dipendenti”, manda a dire la First in un volantino che annuncia le prime date dello sciopero.

Nel contestare la decisione di far rientrare il personale in ufficio, la First evidenzia che Unipol si muove “in assoluta controtendenza rispetto alle maggiori società assicurative” d’Italia e “rifiuta di normalizzare l’utilizzo dello smart qorking quale elemento strutturale nello svolgimento dell’attività lavorativa, diversamente da quanto invece già avvenuto in altre aziende maggiormente evolute”.

Questa “indisponibilità, peraltro, non è stata nemmeno motivata: un comportamento quello dei Vertici del Gruppo manchevole del minimo rispetto nei confronti di tutte quelle persone che nonostante le enormi difficoltà legate anche all’emergenza sanitaria, hanno aperto le porte delle proprie abitazioni e adoperato ogni mezzo a disposizione per garantire la produttività aziendale e il raggiungimento degli obbiettivi del piano industriale”, conclude la sigla della Cisl.

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