Rigopiano, a cinque anni dalla tragedia il ricordo in attesa di giustizia

PESCARA – Il coro intona “Signore delle cime” e 29 palloncini vengono lasciati volare in cielo per una commemorazione iniziata con un fiaccolata composta, una messa e un dolore ancora palpabile, seguiti da quel minuto di silenzio, alle 16.49 in punto, quando il fragore della montagna annunciò la devastazione che ne sarebbe seguita. Un minuto dal sapore amaro e infinito, come la memoria delle 29 vittime dell’Hotel Rigopiano che oggi i parenti hanno voluto ancora una volta ricordare senza cercare clamore, ma con nel cuore il bisogno di avere quella giustizia che tarda ad arrivare e che, si spera, possa dare una prima importante risposta al termine del 2022 come ha auspicato anche il Procuratore Capo di Pescara, Giuseppe Bellelli. A portare la vicinanza delle istituzioni ai sopravvissuti e i parenti delle vittime, sono stati, tra gli altri, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, il Prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, il Questore di Pescara Luigi Liguori e il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che sull’iter giudiziario, rispondendo alla stampa, ha detto: “Ringrazio Bellelli perché ha mostrato grande sensibilità. Confidiamo in questo suo impegno. Dipende anche da lui calendarizzare le udienze in maniera serrata e anche la scelta di quasi tutti gli imputati di fare rito abbreviato aiuta in questo pronostico. Anche noi speriamo che entro questo anno si definisca primo grado di questa vicenda”.

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Tragedia dell’hotel Rigopiano, uno dei sopravvissuti: “Ancora senza giustizia”

Per Marsilio non c’è nessun impedimento alla realizzazione del Giardino della Memoria che, proprio i familiari delle vittime, chiedono di veder sorgere nel luogo della tragedia: “Non c’è nessun ostacolo particolare – ha detto -. Attendiamo solo che i promotori producano la relazione richiesta e sollecitata anche dall’amministrazione comunale di Farindola. Il nostro comitato Coreneva si riunisce ogni settimana. Appena perfezionata daremo il parere”.

“È una vicenda che ha colpito l’Italia e il mondo intero tanto è stata unica ed eccezionale nelle sue dimensioni e la sua tragicità. Oggi è quasi un luogo comune dire ‘che non finisca come a Rigopiano’. Si è certamente incrementata la consapevolezza e l’attenzione sui temi della sicurezza e la prevenzione”, ha concluso Marsilio.

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