Italia, ok all’esclusione della Russia dal sistema Swift. Nuove manifestazioni contro Putin

ROMA – Lo ha annunciato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Lo ha ribadito il segretario del Pd Enrico Letta: l’Italia ha dato il via libera all’esclusione della Russia dal sistema Swift. Una sanzione pesante per il Paese guidato da Putin, invocata a gran voce da attivisti e ‘falchi’ in questi giorni. Dopo il colloquio tra il premier Mario Draghi e il presidente ucraino, Palazzo Chigi ha fatto sapere in una nota che “l’Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito Swift”.

Mario Draghi confirmed 🇮🇹 will support banning Russia from #SWIFT.— Enrico Letta (@EnricoLetta) February 26, 2022

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CHE COSA È IL SISTEMA SWIFT

Il sistema Swift (‘Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication’), creato da una società belga, serve a connettere le banche di tutto il mondo, per trasferire denaro a livello internazionale. Vi aderiscono moltissimi Paesi e un blocco per la Russia avrebbe pesanti conseguenze, soprattutto nel breve termine: Mosca non potrebbe più utilizzare Swift per veicolare le proprie operazioni finanziarie e dovrebbe quindi adoperare canali alternativi. Ma lo stesso avverrebbe per Paesi e aziende che fanno affari con entità russe: per questo il ministro dell’Economia, Daniele Franco, negli scorsi giorni aveva sottolineato che con l’esclusione della Russia da Swift si potrebbero verificare problemi anche per i Paesi europei che si riforniscono con gas e petrolio provenienti dalla Russia.

A ROMA NUOVA MANIFESTAZIONE PER LA PACE

Dopo le mobilitazioni degli scorsi giorni, anche oggi sono in programma diverse iniziative e manifestazioni contro la guerra in tutta Italia. “Il punto è che non è accettabile che la guerra torni a essere lo strumento che regola i rapporti tra gli Stati e le persone, questo è il tema centrale”. Lo dice il leader della Cgil, Maurizio Landini, partecipando a Roma alla manifestazione a piazza Santi Apostoli, organizzata dalla Rete Italiana Pace e Disarmo.

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“Proprio in questi istanti si sta combattendo la battaglia di Kiev. Sono ore tragiche, in cui un popolo combatte per il proprio diritto di autodeterminarsi. Per la propria democrazia. Si combatte casa per casa, strada per strada. Con una mobilitazione generale che vede civili fronteggiare con armi improvvisate le truppe di Putin Sono lavoratrici e lavoratori. Sono studentesse e studenti. Pensionate e pensionati. Sono nostri fratelli. Donne e uomini europei”. Così il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, nel comizio a piazza Santi Apostoli.

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“Oggi siamo qui a per esprimere solidarietà a loro e a tutta la comunità ucraina in Italia. E c’è un altro popolo a cui vogliamo che giunga la nostra totale vicinanza. È quello di una Russia che si ribella al tiranno. Il popolo di studenti, donne, lavoratori che con coraggio immenso ha riempito le piazze di San Pietroburgo. Sfidando gli arresti e i metodi polizieschi di Mosca. Condannando l’offensiva sanguinaria. E facendo vedere al mondo che la Russia è altro da Putin. Che un’altra via è possibile. Se siamo qui è anche e soprattutto per lanciare all’Europa, al Governo italiano, alla comunità internazionale un messaggio di due sole parole. Fate presto”, conclude Sbarra.

IN PIAZZA ANCHE GLI STUDENTI: “NO A GUERRA E IMPERIALISMI”

“Anche studentesse e studenti presenti alla grande mobilitazione per la pace di questa mattina a Roma: un corteo di migliaia di giovani che sta raggiungendo piazza Santi Apostoli, dove prosegue il presidio lanciato da organizzazioni e movimenti sociali che già adesso vede una grandissima partecipazione”. Lo fa sapere in una nota stampa la Rete della Conoscenza.

“Sappiamo da che parte stare: contro la guerra e contro ogni imperialismo, senza se e senza ma – dichiarano da Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link Coordinamento Universitario – Davanti a quello che sta succedendo non bastano appelli e belle parole: serve mobilitarsi ma serve soprattutto lavorare incessantemente per la pace. Rispediamo al mittente le dichiarazioni di leader politici nostrani che insistono sulla necessità di un intervento militare Nato e sull’invio di armamenti: non è con aiuti militari che si garantisce la risoluzione pacifica dei conflitti. Serve oggi dare risposte ai civili che stanno già pagando questa guerra: l’Europa deve subito aprire le sue frontiere alle donne e agli uomini in fuga dalla guerra, dalle bombe, dalla morte”, continuano gli studenti.

“La reazione non può e non potrà essere quella dell’ennesimo dispiegamento di forze militari: se c’è una risposta possibile è quella della pace” concludono le organizzazioni studentesche, riferendosi alle “numerosissime le piazze che in tutta Italia si stanno convocando, a cui si aggiungono iniziative di mobilitazione proposte direttamente all’interno di scuole e università: striscionate, assemblee, presidi”.

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