Redazione
âLa Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri Ăš pronta per fare la sua parte e contribuire a rilanciare la crescita del Paese, investendo in infrastrutture e finanziando le piccole e medie impreseâ, spiega Luigi Pagliuca, presidente dellâIstituto previdenziale. âChiediamo perĂČ rendimenti certi, in linea con quelli che la legge impone alle Casse per la stabilitĂ di lungo periodo, oltre a procedure di investimento snelle, in modo tale da evitare di dover congelare a lungo le risorseâ.
âSono molti i campi nei quali Ăš possibile un intervento da parte delle Casse di previdenza dei liberi professionisti e dei fondi della previdenza complementareâ, continua il numero uno della Cnpr. âDai programmi di sviluppo dellâimprenditoria agli investimenti in innovazione, energia e ricerca; dal rilancio delle aree industriali in crisi al salvataggio e ristrutturazione di imprese in difficoltĂ ; e ancora, lâagevolazione di investimenti esteri, i progetti europei e comunitari nei settori delle energie alternative, delle infrastrutture, della banda larga, dellâedilizia abitativaâ.
âIl mondo della previdenza privata â conclude Pagliuca – non ha esigenze di immediata liquidabilitĂ dei suoi investimenti e puĂČ impegnarsi in investimenti a lungo termine, che abbiano una portata strategica e possano davvero rilanciare lâeconomia italiana. Una diversa e piĂč favorevole tassazione dei rendimenti degli investimenti a favore delle Casse potrebbe rendere piĂč appetibili queste operazioniâ.
Dunque, la Cnpr Ăš disposta a investire nel fondo per le infrastrutture. E le altre Casse? Anche, dal momento che al termine dell’incontro tra i presidenti Adepp, l’associazione che rappresenta 20 enti di previdenza privati, e il presidente della Mefop S.p.a. (societĂ per lo sviluppo del Mercato dei Fondi Pensione) Mauro MarĂš Ăš emersa una linea comune. âAbbiamo ribadito quali sono le nostre precondizioni – spiega il presidente Adepp, Andrea Camporese – e cioĂš la volontarietĂ di adesione agli investimenti, la loro natura di mercato e la costituzione di una governance che sia adeguata a un effettivo coinvolgimento degli enti. Richieste che hanno trovato corrispondenza nel Ministero dell’Economiaâ.
Per stimolare Casse e i fondi complementari a investire nel nuovo fondo nella legge di stabilitĂ potrebbe essere prevista una “tassazione di vantaggio” per gli investimenti di lungo periodo. Dovranno, quindi, essere esplicitati i livelli di rischio e rendimento, la qualitĂ manageriale della gestione, insieme alle migliori pratiche di mercato sui temi della trasparenza e del conflitto di interesse. Positivo sull’incontro di ieri anche il giudizio del presidente di Cassa commercialisti, Renzo Guffanti: âNon ho avuto l’impressione che si cercassero dei soldi facili e subito, piuttosto Ăš emersa l’intenzione del Mef di creare una relazione di reciproca collaborazione nel medio e lungo periodoâ. Paola Muratorio, presidente della Cassa di ingegneri e architetti, sottolinea la necessitĂ che questi investimenti abbiano una ricaduta occupazionale sulle professioni e ricorda che l’investimento in infrastrutture,anche informatiche, Ăš il maggior moltiplicatore di sviluppo. Alessandro Visparelli, presidente della Cassa dei consulenti del lavoro, ricorda che le Casse hanno come primario dovere quello di pagare le pensioni e su questo fronte si Ăš sempre ribadita la necessitĂ di un’adeguata garanzia e di un rendimento equo. Ieri si Ăš anche parlato del problema legato alla presenza delle Casse nell’elenco Istat: âSiamo disposti a investire nel Paese – spiega il presidente di Cassa, Geometri Fausto Amadasi – ma Ăš necessario superare l’equivoco sulla nostra natura, l’ambiguitĂ che ci fa rientrare nella spending review, che ci impone di compilare i bilanci come enti pubblici ma che poi ci richiede di pagare le tasse in quanto soggetti privati deve essere superataâ. Come detto, sul piatto non sono c’Ăš solo il nuovo fondo, che sarĂ chiuso probabilmente sotto la regia del fondo italiano d’investimento, ma c’Ăš anche la tassazione delle rendite finanziarie, attualmente al 20% che dovrebbe essere armonizzata a quella dei fondi di previdenza (ora all’11,5%) e la detassazione per gli investimenti in infrastrutture.