Un’Agenzia delle entrate retta da due pilastri : la divisione servizi e la divisione contribuenti. Da queste due biforcazioni si diramano rispettivamente tre direzioni centrali che guardano alla tipologia del contribuente e non alla funzione. E questa l’idea di dettaglio della nuova Agenzia delle entrate che per la prima volta il direttore delle Entrate Ruffini, in audizione ieri in commissione finanze della camera, esplicita annunciando tra l’altro l’approvazione a breve, i primi di novembre da parte del comitato di gestione dell’Agenzia stessa. La ristrutturazione della macchina fiscale nella mente di Ruffini: «Consegnerà una filiera produttiva che andrà dal sorgere del problema (il dubbio e la richiesta di consulenza) al suo esplicarsi (il controllo) e alla sua eventuale discussione (il contenzioso) e consentirà agli uffici del fisco di usufruire delle economie di apprendimento e di esperienza vantaggiosi per i contribuenti». Le Agenzie per Ruffini non hanno bisogno di indipendenza ma di un’autonomia gestionale e operativa. L’idea alla base di questa riorganizzazione, che procede di pari passo con i lavori della commissione finanze del senato che sta discutendo di un disegno di legge sul restyling della struttura, è quella di un fisco infrastruttura, opera pubblica senza la quale, spiega Ruffini, «il paese non può funzionare. E come tutte le infrastrutture», ammette Ruffini, «ha bisogno di manutenzione costante, ordinaria e straordinaria, e di tanto in tanto di una ristrutturazione. La macchina fisco ha bisogno di un tagliando. Per metterlo in atto senza produrre danni è necessario tempo, un progetto strategico e uno di sistema».
Fonte: ItaliaOggi