Al via, dal 1° luglio, il processo tributario telematico obbligatorio; dopo una lunga fase sperimentale, al bando ricorsi e controdeduzioni in formato cartaceo. Tutto dovrà viaggiare online, sia i documenti che partono dal contribuente sia quelli prodotti dalle Commissioni Tributarie e dagli uffici finanziari. Il 1° dicembre 2015 partiva, nelle Commissioni tributarie di Toscana e Umbria, la sperimentazione telematica. Nel corso del 2016, l’uso degli strumenti informatici e telematici nell’ambito del processo tributario è stato esteso ad altre sei regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria, Molise, Piemonte e Veneto). Nel 2017 è stato via via avviato in tutte le Commissioni tributarie presenti nelle restanti regioni. Dopo tre anni e mezzo siamo quindi pronti per la rivoluzione digitale anche nella gestione del contenzioso tributario. Dunque il nuovo articolo 16-bis del dlgs n. 546/92, come introdotto dal di n. 119/2018, ha sancito, dal 1° luglio prossimo, l’obbligatorietà della notifica e del deposito degli atti e documenti presso le segreterie delle Commissioni tributarie con modalità telematica. Sarà possibile procedere al deposito in forma cartacea solo per le controversie il cui valore è inferiore a euro 3 mila e per le quali i contribuenti decidono di stare in giudizio senza l’assistenza di un difensore abilitato. E inoltre previsto che l’obbligo venga meno in presenza di situazioni di natura eccezionale. Tali circostanze vanno individuate dal Presidente della commissione tributaria o dal presidente della sezione cui il ricorso è stato assegnato. Operativamente la parola chiave è SiGiT (Sistema informativo giustizia tributaria), portale da cui gestire il processo. Il primo passaggio è la registrazione delle parti processuali (agenzie fiscali, enti della riscossione, camere di commercio, enti territoriali locali, professionisti e cittadini); occorre per procedere, una casella di posta elettronica certificata e di una firma digitale valida. La costituzione telematica consente alle parti processuali di effettuare con modalità telematiche il deposito dei ricorsi e degli altri atti processuali presso le Commissioni tributarie nonché di accedere al fascicolo processuale informatico del processo e consultare tutti gli atti e i provvedimenti emanati dal giudice. A ridosso dell’entrata in vigore dell’obbligo parte quindi la corsa alla registrazione al SiGit, alla verifica del possesso dei software necessari giacché ben potrebbe accadere che siano imminenti, ma successivi al primo luglio prossimo, i termini di scadenza di atti amministrativi da impugnare o di sentenze da appellare. Che si arrivi all’appuntamento in affanno è testimoniato anche dai dati relativi all’utilizzo del «Ptt» nel periodo di sua facoltativa utilizzabilità. La relazione annuale del Mef sullo stato del contenzioso tributario ci racconta che, nell’ultimo anno di regime facoltativo, sono stati effettuati complessivamente circa 795 mila depositi con modalità digitale su un totale di circa 1,8 milioni di depositi complessivi. La percentuale, non eccelsa, è del 42,4%. A livello statistico l’analisi del Mef distingue non solo depositi in Ctp e in secondo grado ma anche tra depositi di ricorsi o appelli e depositi di controdeduzioni in entrambe le fasi. Ovviamente molto più numerosi i depositi telematici in Ctp (circa 650 mila) rispetto a quelli in commissione regionale (circa 140 mila). Ciò evidentemente è dovuto non solo alla maggior molte di ricorsi in primo grado ma anche alla difficoltà di «convertire» un processo cartaceo già celebrato in Ctp in uno digitale in fase di appello. E infatti la percentuale di digitalizzazione in primo grado è del 49,4% contro il 33% riservato ai depositi in secondo grado. Ciò evidenzia come la fase iniziale del giudizio, con la notifica e il deposito dell’atto introduttivo, sia solo la punta dell’iceberg del procedimento che via via si va componendo, appunto, utilizzato il canale telematico in Valle d’Aosta e appena 27 in Trentino-Alto Adige. Il più alto numero di uffici (AdE, Riscossione ecc.) che hanno in uso il sistema telematico sono in Lombardia (174) e in Campania (152). Solo 10 uffici in Basilicata e 15 in Valle d’Aosta e Molise.
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