Alle Casse libertà di scelta sul nulla osta al saldo e stralcio

La legge di conversione del decreto crescita è stata l’occasione per intervenire sulla Casse di previdenza dei professionisti, risolvendo due problemi. Uno più generale, nato con l’introduzione del “saldo e stralcio” da parte della legge 145 del 2018 (articolo i, commi 184-199), e l’altro più “particolare”, nel senso che riguarda un unico ente, l’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, che negli ultimi anni ha un saldo previdenziale negativo in rapido aumento. IL SALDO E STRALCIO L’applicazione del “saldo e stralcio” per i meno abbienti è un tema che interessa tutti gli enti di previdenza che si sono affidati all’agente della riscossione. La norma, introdotta con la legge di Bilancio per il 2019, nella sua formulazione originaria consentiva ai professionisti con un Isee entro i 20mila euro di “chiudere” anche il debito contributivo, versando solo una parte del dovuto, che per i professionisti con minor potere reddituale era del 16 per cento. Le Casse da subito avevano segnalato le numerose criticità di questa norma, che per la previdenza privata valeva diverse centinaia di milioni e rischiava di creare periodi con buchi contributivi chesarebbero emersi all’atto della domanda di pensionamento ; c’era poi il mancato rispetto dell’autonomia degli enti previdenziali, recentemente ribadita da una sentenza della Corte costituzionale (la 7/2017). Va poi ricordato come l’invasione da parte della legge di bilancio dei confini dell’autonomia nella materia sanzionatoria è particolarmente grave: infatti, la Cassazione -con la sentenza 3916/2019 dello scorso febbraio- ha sottolineato come il Di 79/1997, all’articolo 4, comma 6-bis riservi alle Casse la possibilità di adottare delibere in materia sanzionatoria e di condono per inadempienze contributive. Non a caso, l’agenzia delle Entrate-Riscossione dallo scorso febbraio accettava le richiesta di saldo e stralcio dei professionisti senza però procedere in via automatica e confrontandosi, prima di agire, con i singoli enti di riferimento. C’era poi la mozione promossa da Cassa Forense nello scorso gennaio, e la richiesta avanzata dall’Adepp (l’associazione delle Casse) di un rimando ai provvedimenti delle singole Casse nel contesto di un’audizione parlamentare. Attraverso un emendamento al decreto crescita la questione del “saldo e stralcio” dei debiti contributivi ha trovato una soluzione. Le Casse di previdenza potranno deliberare se consentire ai propri iscritti con Isee entro i 20mila euro di sanare i debiti contributivi pregressi. Le eventuali delibere andranno approvate dai ministeri vigilanti e pubblicate sul sito per essere e comunicate all’agenzia delle Entrate entro il 16 settembre via pec. Al momento nessun ente ha deliberato la possibilità di accedere al saldo e stralcio, e a quanto risulta, sembra prevalere l’intenzione di non fare nulla, lasciando nel frattempo la possibilità di ricorrere al saldo e stralcio ai soli iscritti alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi dell’Inps.

IL CASO INPGI L’Istituto nazionale di previdenza e assistenza dei giornalisti italiani è l’unica Cassa professionale che, come l’Inps, eroga sia le pensioni che gli ammortizzatori sociali, senza limi tarsi – come gli altri enti – a eterogenee misure di welfare; un compito che negli ultimi anni di crisi dell’editoria ha comportato tuttavia ingenti esborsi. L’istituto, inoltre, risente della perdita di oltre tremila posti di lavoro in pochi anni. Tutti fattori che pesano sui conti dell’istituto; dai dati del bilancio 2018 il risultato complessivo d’esercizio presenta un saldo negativo per 161,3 milioni, mentre il risultato della gestione previdenziale è negativo per 147,6 milioni. Nel decreto crescita è contenuta una norma ribattezzata da alcuni “salva Inpgi”. La norma sospende fino ad ottobre il commissariamento dell’ente e stanzia, a partire dal 2023, dei fondi per finanziare un eventuale ampliamento della platea degli iscritti – in questi mesi si è sempre parlato dei comunicatori – travasando dei lavoratori dall’Inps all’Inpgi. L’Inpgi da parte sua ha 12 mesi per adottare misure di riforma volte al riequilibrio finanziario; delle novità potrebbero arrivare con il prossimo Cda previsto per domani 18 luglio.

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