Con Quota 100 triplicano le nuove pensioni di anzianità

«Quota 100» e le altre facilitazioni al pensionamento introdotte con il decreto di gennaio mostrano i primi effetti. I flussi di uscita dal mercato del lavoro monitorati dall’Inps rivelano che nei primi sei mesi dell’anno gli anticipi o le nuove anzianità sono triplicati rispetto ai pensionamenti di vecchiaia del 2018. Nel complesso delle gestioni private con decorrenza primo semestre 2019 le nuove pensioni liquidate sono 233.080, di cui 96.679 sono pensioni di anzianità/anticipate. Il dato sale a oltre i 32mila se si aggiungono le 35.673 pensioni anticipate a commercianti, artigiani e parasubordinatì. Il monitoraggio non comprende il settore pubblico, per il quale la prima finestra di uscita arriva il 1° agosto. Se nei primi sei mesi del 2018 ogni cento pensioni di vecchiaia Inps ha erogato 108 nuove pensioni di anzianità/anticipata, nel primo semestre del 2019 il rapporto è balzato a 335. Oltre a «quota 100» hanno spinto sugli anticipi la cosiddetta «quota 41» per i lavoratori precoci, «Opzione donna» e il congelamento dei cinque mesi di aumento dei requisiti per l’anticipo con 43 anni e un mese di contributi. Al contrario le nuove pensioni di vecchiaia si fermano a 28.859 per effetto dell’aumento dell’età (a 67 anni). Guardando all’età media delle nuove pensioni in decorrenza nei primi sei mesi, le anticipate viaggiano attorno ai 62 anni e 4 mesi, contro i 66 anni e 7 mesi in media delle nuove pensioni di vecchiaia. Gli importi: se le nuove pensioni di vecchiaia (che comprendono anche 6.119 nuovi assegni sociali) sono attorno a una media di 700 euro lordi mensili, le anticipate si collocano tra i 1.500 e i 1.800 euro. Nei primi mesi gli assegni sociali (importo medio 419 euro) sono invece rimasti al palo: ne sono stati pagati 6.119 contro gli oltre 15mila del primo semestre 2018. Lo stop ha una ragione molto semplice: quest’anno il requisito d’età è passato da 66 anni e 7 mesi a 67 anni per effetto dell’incremento della aspettativa di vita, parametro cui è agganciato il requisiti anagrafico per ottenere questo assegno assistenziale. Nel decreto di gennaio (n.4/2019) è stato deciso il congelamento dell’aumento di 5 mesi per le anzianità ma non quello per gli assegni sociali e la vecchiaia; una scelta singolare nel momento in cui il governo decideva di introdurre le nuove pensioni di cittadinanza, prestazioni queste ultime su cui continuano a mancare statistiche di dettaglio.

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