È scontro nel Movimento s Stelle sul Daspo ai professionisti in caso di certificazione fraudolenta di crediti inesistenti da portare in compensazione. Dai vertici del MgS confermano che si va avanti sul progetto (anticipato il 1° ottobre dal Sole 24 Ore) a cui stanno lavorando! consiglieri del leader Luigi Di Maio. Una conferma che stoppa il tentativo di dietrofront del sottosegretario pentastellato al Mef Alessio Villarosa: «Non esiste alcuna proposta che voglia mettere un Daspo per i commercialisti nei confronti dei quali esistono già delle sanzioni e delle segnalazioni all’Ordine. Non viene da noi questa proposta e non capisco per ché venga attribuita al Governo». Posizione non condivisa anche dal presidente MgS della commissione Antimafia Nicola Morrà : «Sul Daspo ai commercialisti mi auguro che nel 5 Stelle non vi sia alcun tentennamento. Se colpevoli dovranno risponderne in solido con i clienti». E Morrà ha sostenuto la necessità della linea dura: «Bisogna far capire a commercialisti e consulenti del lavoro che adesso non si può più scherzare e che chiunque dovesse essere coinvolto in episodi di occultamento al fisco dovrà risponderne in solido con il cliente assistito». Tuttavia anche a un’altra componente della maggioranza, Italia Viva, l’ipotesi non piace e la senatrice Donatella Conzatti la stronca: «Si tratta di spettacolarizzazioni gratuite che nulla aggiungono alla importante lotta all’evasione e molto tolgono alla serietà del dibattito». E dall’opposizione Lega. Forza Italia e Fratelli d’Italia criticano aspramente l’ipotesi del Daspo: « L’abusiva Castelli, dice l’ex viceministro della Lega Massimo Garavaglia, forse non sa che esiste un consiglio di disciplina pronto a intervenire e sospendere i professionisti scorretti e che operano fuori dalle regole». Dai professionisti arriva una vera e propria levata di scudi. Per il presidente del Cndcec Massimo Miani «il Daspo ai commercialisti che rilasciano attestazioni per crediti fiscali inesistenti è una misura inutile per il semplice fatto che già or ai commercialisti che così si comportano sono soggetti non solo a sanzioni amministrative, ma anche a responsabilità penali, perché anche di recente laCorte di cassazione ha affermato che la condotta integra il reato di “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici”, punibile da 1,5 a 6 anni di reclusione» in base all’articolo 3 del Digs 74/2000. Inoltre il consigliere delegato alla deontologia del Cndcec, Giorgio Luchetta, ricorda che «i commercialisti, in virtù dell’appartenenza all’Ordine professionale, già sono assoggettati a specifiche sanzioni disciplinari che,in caso di violazione delle norme di legge, conducono finanche alla radiazione del professionista dall’Albo». Forte contrarietà anche dalle nove sigle sindacali dei commercialisti (Ade, Aide, Ane, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco,Ungdcec, Unico) promotrici dello sciopero contro gli Isa che parlano di «slogan inutile» e si chiedono: «Perché sbandierare un ipotetico Daspo, quasi come fossimo “teppistelli” da stadio? Non si conoscono le regole delle professioni o è un atto di sfiducia nei nostri riguardi?».