Professionisti, riapre il tavolo tecnico sull’equo compenso

Ripartirà il tavolo tecnico sull’equo compenso per i professionisti. È l’impegno preso dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ieri a Firenze, davanti ai 1.300 notai riuniti per l’apertura del 54esimo congresso nazionale del notariato, dedicato alla legalità. A margine, Bonafede ha detto che è ripreso anche il cammino della riforma della giustizia: già un mese fa le bozze dei Dlgs su civile, penale e riforma del Csm sono state inviate ai partiti della maggioranza, dopo che erano state fermate dalla crisi di governo di agosto. Ora tutto dipende dai segnali che arriveranno dalle forze politiche. Nel suo discorso, Bonafede ha messo enfasi soprattutto sull’equo compenso, riferito alle prestazioni professionali per pubblica amministrazione, grandi imprese, banche e assicurazioni. Ha ricordato che anche il tavolo tecnico su questa materia era stato fermato dalla crisi estiva. È stato anche un modo per giustificare la scelta M5S di restare al governo, ma poi il ministro è tornato sul punto, scandendo che «l’equo compenso non è solo questione economica, prima di tutto è una questione di dignità e garanzia della qualità del lavoro». Quanto ai notai, Bonafede ha sottolineato che il loro ruolo è molto importante per limitare il contenzioso: «La certezza dei rapporti giuridici è fondamentale e quindi lo è il contributo dei notai. Come esempio ha citato il caso delle alienazioni immobiliari, che sono assistite dei notai e hanno un basso contenzioso. Un ruolo “preventivo” ripreso in vari interventi, a partire da quello del vicepresidente del Csm, David Ermini a quello di Pierre-Luc Vogel, presidente del Consiglio europeo dei notariati, che ha parlato del notaio come «artigiano della pace sociale», che anche per questo va adeguatamente remunerato. Quello dell’equo compenso sembra un problema sentito anche all’estero, se è vero che ne ha parlato anche José Marqueno de Uano presidente dell’Unione internazionale del Notariato (Uini), per il quale occorre «insistere con i poteri pubblici sulla necessità di regolamentazione della nostra funzione», dalle fasi iniziali alle tariffe. L’altro lato della deregolamentazione è la sostituzione del controllo umano con quello effettuato in automatico, su cui ha battuto il presidente del Consiglio nazionale del Notariato, Carlo Felice Giuliani all’inizio dell’intervento, affermando che non si può sostituire l’uomo con una macchina, in operazioni come quelle della professione notarile. Che si fanno sempre più delicate con il crescere delle transazioni internazionali favorito dalla sempre maggiore telematizzazione. Giuliani dice sì alla semplificazione, ma mette in guardia da forme eccessive consentite da evoluzioni incontrollate della tecnologia, ricordando il caso del riciclaggio di denaro per 300 miliardi di euro emerso di recente in Estonia.

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