Professionisti e imprese insieme per il rilancio

“Bisogna rilanciare le aree interne e per fare ciò il ruolo delle cooperative può essere determinante”: ne è convinto Giovanni Schiavone, presidente nazionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, intervenuto al forum “Autonomia e lavoro, opportunità di sviluppo economico per le aree periferiche del paese”, promosso dalla Cassa Ragionieri. “Bisogna rilanciare le attività del Sud utilizzando il modello dell’impresa cooperativa, in particolare vorremmo che si realizzassero quei servizi collettivi di cui queste realtà hanno bisogno. È importante vivere il territorio utilizzando le peculiarità del territorio stesso, allo scopo di mettere in campo tutte le specializzazioni che queste aree possono esprimere. L’AGCI insieme a Legacoop e Confcooperative vuole investire di più per fare sì che si crei un nuovo volano per l’economia del territorio”.

Per Carmelo Rollo, vicepresidente nazionale della Lega delle Cooperative, “bisogna alzare la qualità della vita garantendo la dignità dei lavoratori, la contrattualistica, la qualità dei controlli e condividendo con le imprese nuovi strumenti. Non è vero che al Sud nulla va bene: qui abbiamo competenze, persone disposte a misurarsi, e abbiamo anche la possibilità di costruire una un paese nuovo. Ma serve un cambio di paradigma: noi ci mettiamo la nostra parte, ma è chiaro che al momento è più semplice che un giovane vada via piuttosto che provare a rimanere qui. La sfida è provare a cambiare il dato della Svimez: se due milioni di giovani vanno via dal Mezzogiorno studiamo il motivo e proviamo a farli rimanere. Stiamo costruendo tantissime competenze, non siamo capaci di mantenerle ma vorremmo farlo con forza”.

“Il mondo dei commercialisti – ha continuato – conosce la pancia del territorio: a loro chiederei di mettere le loro competenze su un tavolo di condivisione. Solo in quel momento potremmo iniziare a parlare di autonomie, anche perché mancano le infrastrutture che ci consentono di misurarci alla pari con il resto del paese. Siamo pronti a farlo, e la nascita di nuove imprese ci consente di continuare questo percorso”.

Per Piero Rossi, presidente regionale Confcooperative Puglia: “Serve una spinta perequativa per le aree periferiche, per metterle nelle condizioni di rilanciare le attività di impresa sotto il profilo della strumentazione”.

In conclusione, per Savino Santovito, docente di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università Aldo Moro di Bari, “il tema fondamentale è riuscire a fare impresa: osserviamo oggi che in un mondo in cui esistono reti e network purtroppo tendono ad emergere le individualità. Invece bisogna fare sistema, bisogna fare squadra, bisogna lavorare in team. A volte ci sembra che risorse umane di grande eccellenza dei nostri territori meridionali non riescano a remare nella stessa direzione e trovare una via comune per emergere. Questo è grave e porta tante nostre eccellenze fuori da questo contesto, perché altrove si gioca di squadra”.

Per questo motivo, conclude Santovito, “Serve educare all’imprenditorialità: il dato fondamentale è che solo il 7% degli universitari avvia un’impresa, un dato basso. Però ci sono anche dati confortanti: ad esempio escono più imprenditori dalle realtà meridionali che da quelle settentrionali. Sono segnali su cui riflettere per spingere di più sull’imprenditorialità”.

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