Professioni unite contro il Covid

Ventuno categorie professionali insieme per contrastare l’emergenza sanitaria Covid-19 e per collaborare con il governo a tutte le iniziative e proposte necessarie che consentano, al più presto, di far ripartire il paese sostenendo il lavoro e cercando di garantire agli iscritti agli albi tutti gli strumenti indispensabili per superare questa difficile fase. E’questo il senso di una comunicazione articolata che i rappresentanti degli ordini professionali facenti capo a Cup e Rpt, tra cui i periti industriali, hanno inviato al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Ultimo tassello di una serie di iniziative che hanno visto da subito le categorie compatte per interfacciarsi con il governo in maniera puntuale. Chiaro il principio guida delle diverse azioni: essere parte attiva nella definizione di politiche economiche, sanitarie e sociali, di provvedimenti e misure per contrastare l’emergenza e la crisi economica in atto e nello stesso tempo poter accedere, contrariamente a quanto contenuto nei provvedimenti appena emanati da cui in larga misura i professionisti ordinistici sono stati esclusi, a tutti gli strumenti di tutela del lavoro e della salute, dagli ammortizzatori sodali ai canali dedicati per l’accesso alla liquidità finanziaria. Questa la cornice generale a partire dalla quale le categorie hanno inviato alla commissione bilancio del Senato un pacchetto di emendamenti al di «Cura Italia» che tengono conto delle richieste speci-fiche delle sin gole professioni, ma soprattutto delle esigenze generali, in quella logica della sussidiarietà al paese che rappresenta il principio chiave delle attività professionali. Occorrerà prevedere interventi per questa fase di emergenza, ma anche per il periodo post-emergenziale, con un orizzonte di medio periodo (che non può essere solo quello di due o tre mesi adottato, comprensibilmente, finora). L’idea è quella di proporre quindi misure di intervento lungo cinque assi di progressione: fiscalità, forti politiche di welfare e integrazione socio-sanitaria, prolungamento degli ammortizzatori sociali, potenziamento degli strumenti per garantire liquidità, predisposizione degli strumenti per la piena ripresa di opere pubbliche infrastrutturali e servizi materiali e immateriali. La richiesta è anche quella di prevedere degli interventi a sostegno dei lavoratori autonomi secondo una logica maggiormente inclusiva rispetto a quanto avvenuto finora. Sarà, pertanto, determinante rivedere le norme contenute nei decreti legge legati all’emergenza, riguardanti il conferimento di un bonus una tantum ai lavoratori autonomi che ne facciano richiesta, così come le modalità di utilizzo del Fondo per il reddito di ultima istanza. «Del resto gli iscritti ai nostri ordini», ha commentato Giovanni Esposito presidente del Cnpi, «sono professionisti che continuano ad essere sul posto di lavoro al servizio dello stato, delle imprese e dei cittadini. Senza le attività professionali molte opere sarebbero ferme: basti pensare, solo per far riferimento al nostro ordine che per le molteplici specializzazioni rappresenta un unicum, al lavoro dei periti industriali con specializzazione elettronica, termotecnica o meccanica impegnati nella progettazione dei nuovi padiglioni ospedalieri, all’attività dei periti elettronici e informatici dovuta all’intensificarsi delle trasmissioni telematiche per far fronte alle necessità del lavoro agile, oppure ai nostri iscritti che lavorano come responsabili della sicurezza in quei cantieri che non possono prevedere sospensioni perché di pubblica utilità, o infine a coloro che sono impegnati a supporto delle aziende proprio per le specifiche valutazioni dei rischi che derivano da questo nuovo rischio biologico. Ognuno di questi, così come tutti i professionisti iscritti negli albi, rappresenta quel corpo intermedio dell’apparato statale, collante tra istituzioni e cittadino che permette al sistema produttivo di funzionare. Per questo chiediamo di essere ascoltati quando proponiamo provvedimenti orientati alla crescita del paese. L’Italia non potrà ripartire senza adeguate misure di sostegno a favore dell’intero mondo dei liberi professionisti italiani. Sono sfide da vincere tutti insieme, per garantire, con le scelte di oggi, il futuro delle nuove generazioni».

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