Bonus, stop all’esclusiva

Un «errore» aver vincolato la concessione dell’indennità da 600 euro introdotta dal decreto «Cura Italia» (18/2020) all’iscrizione esclusiva a un Ente previdenziale (tagliando fuori migliaia di professionisti che, per incarichi di lieve entità, hanno una posizione aperta anche presso l’Inps) che «andrà corretto», usando, presumibilmente, come veicolo l’imminente «decreto di aprile», che conterrà pure «il rifinanziamento del fondo», su cui erano stati inizialmente appostati 200 milioni, per permettere la copertura di tutte le domande ammesse. E, all’interno dello stesso provvedimento, «stiamo lavorando nella direzione di inserire, direttamente come governo», la possibilità, per le Casse pensionistiche, di impiegare parte dei ricavi da investimento per soccorrere gli iscritti danneggiati finanziariamente dall’emergenza Coronavirus. È il sottosegretario al Lavoro Francesca Puglisi ad illustrare le prossime mosse dell’esecutivo in merito ai «nodi» che si sono formati sulla strada dell’erogazione del sussidio, richiesto (correttamente) da poco meno di 420 mila iscritti agli Enti privati: sono in arrivo, annuncia l’esponente del Pd, le risorse, affinchè «possano esser evase tutte le istanze della prima mensilità» di marzo (in base alla ricognizione dell’Associazione delle Casse, l’Adepp, la settimana scorsa mancavano all’appello oltre 48 milioni, necessari per liquidare circa 80 mila «gettoni» da 600 euro, mentre procede l’invio di decine di migliaia di bonifici, si veda ItaliaOggi del 18 aprile 2020). Nel contempo, il ministero di via Veneto «darà un chiarimento giuridico quanto prima», sulla questione dei neo-iscritti: «Hanno diritto al «bonus», come gli altri. La misura è stata pensata per aiutare chi ha redditi bassi, o in calo. Tra gli avvocati, ad esempio, ve ne sono tanti che si contendono lo stesso, piccolo giro d’affari, e la competizione», su queste basi, «li porta all’impoverimento», osserva, a proposito delle poco meno di 140 mila richieste dell’indennità affluite telemáticamente alla Cassa forense. Le difficoltà delle «professioni intellettuali», però, secondo il sottosegretario precedono il Covid-19: sarà «fondamentale, ad emergenza finita, investire di più nella formazione e nell’aggiornamento, oltre che nel welfare» degli associati, passaggio che potrà avvenire, «come richiesto dall’Adepp», con autorizzazione governativa all’utilizzo di risorse degli Enti finora «congelate». L’orizzonte è quello del prossimo decreto, nel quale, anticipa, l’iniziativa sarà di matrice governativa, non più (solamente) parlamentare. In vista, infine, il «dietrofront» sull’obbligo d’iscrizione esclusiva ad un Ente per ricevere 600 euro: alla revisione dei criteri (nel decreto 23/2020), si porrà rimedio, giacché «sono stati penalizzati i medici specializzandi, i biologi, o gli psicologi (categoria che ha inviato quasi 39 mila domande, e ieri, rivela l’Ente previdenziale, l’Enpap, sono partiti circa 8 mila pagamenti) che salgono in cattedra per una supplenza». È stato «un errore», scandisce Puglisi. E, come tale, «verrà corretto».