Casse, servono altri 48 milioni

Quarantotto milioni e 73.000 euro: tanto valgono le richieste da parte dei professionisti dell’indennità da 600 euro (oltre 80.000) per il mese di marzo ammesse al pagamento, ma non coperte dai 200 milioni del finanziamento disposto dal decreto «Cura Italia» (18/2020). E, perciò, «congelate», in attesa che il governo stanzi nuove risorse. È il conto presentato ieri dal presidente dell’Adepp (l’Associazione degli Enti di previdenza privati) Alberto Oliveti ai ministri dell’Economia e del Lavoro Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo, insieme alla quantificazione delle domande pervenute alle singole Casse: alle ore 20 del 14 aprile (com’è possibile osservare dalla tabella in pagina) ne sono giunte in totale 454.541, di cui 413.455 accolte (mentre, a quella data, ve ne erano già oltre 26.000 in lavorazione). Un prosciugamento veloce e annunciato, quello della dote del «reddito di ultima istanza»: era apparso presto chiaro che, in virtù dei requisiti normativi (non aver superato nell’anno d’imposta 2018 i 35.000 euro, o aver subito, per chi ha di chiarato guadagni inferiori ai 50.000 euro, un calo del 33% nel primo trimestre dell’anno), a farsi avanti sarebbero stati, a partire dal 1° aprile, circa 420.000 professionisti, in buona parte (pure) costretti ad integrare la domanda la scorsa settimana, quando il decreto imprese (23/2020) ha fissato, come nuova condizione per poter incassare il sussidio, l’esclusività dell’iscrizione ad un Ente. Nessun cenno dai dicasteri sui tempi in cui le risorse verranno rimpinguate (Oliveti, a nome del comparto, ha manifestato all’esecutivo disponibilità ad anticipare le «eccedenze», purché lo Stato si faccia garante del loro «rapido ristoro», si veda ItaliaOggi del 7 aprile 2020), nel frattempo a decine di migliaia di iscritti agli Enti sono stati accreditati i 600 euro. Circa 80.000 bonifici sono finora partiti dalla Cassa forense che, con la sua «fetta» dei 200 milioni statali, potrà pagare le prime 106.000 indennità, a fronte delle oltre 136.000 richieste accolte: l’Ente, col maggior numero di associati in lizza per godere dell’indennizzo (in seconda posizione c’è Inarcassa, che supera le 89.000 istanze ammesse di ingegneri ed architetti, poi la Cassa geometri con più di 48.200), tra l’altro, ha appena indetto un bando dell’ammontare di 3,6 milioni per concedere contributi per gli affitti degli studi degli avvocati alle prese con «le ripercussioni economiche sull’attività legale causate dal Covid-19» (la scadenza è il 18 maggio, le informazioni complete su www.cassaforense.it). Alla Cnpadc (dottori commercialisti), all’Enpap (psicologi) e all’Enpam (per quel che riguarda medici che esercitano la libera professione) sono giunte tra 27.000 e 23.000 domande di aventi diritto al «bonus», mentre sfiora le 14.000 l’Enpav (veterinari). E, all’ultimo scalino, con 387 sussidi, si attestano i notai.