Giovani ‘esperti’: è questo il paradosso del mondo lavorativo del 2020. Le aziende sono oggi in cerca di figure fresche, ma che abbiano già padronanza del mestiere e dimestichezza. Spesso, però, il neo laureato non è pronto ad essere inserito, nell’immediatezza, nel settore. E’ in quest’ottica che diventa fondamentale virare la rotta su lauree professionalizzanti, che preparino gli studenti non solo sotto il profilo teorico, ma anche e soprattutto in quello pratico. Insegnare ai laureandi a praticare la professione, mettendo in campo le nozioni apprese, può essere un volano di crescita importante per una fascia d’età che vive sotto la scure del precariato. E la strada da seguire può essere quella già testata in Toscana, dove sono state finanziate borse di studio dalla Regione. Un modello che sembra funzionare, e che potrebbe essere emulato anche nel resto della nazione.
Il tema della maggiore esperienza dei neolaureati è stato sottolineato da Giuseppe Scolaro, presidente dell’Istituto nazionale degli esperti contabili: “Abbiamo iniziato a lavorare da tempo per instradare il percorso di laurea abbinando il ciclo di studi al tirocinio in azienda per consentire allo studente di avere maggiore cognizione di come si svolge l’attività professionale e di quali siano le sue attitudini principali. Sicuramente l’esperto contabile, che conta 12 anni di storia, nasce per accompagnare le imprese e i cittadini nelle attività di relazione con la pubblica amministrazione. Un anello di congiunzione essenziale per il rilancio della nostra economia che deve completare la propria formazione attraverso un rapporto sempre più diretto con università, studi professionali e aziende. Parlando di esperienze concrete sottolineo quella che stiamo vivendo in Toscana dove abbiamo trovato terreno fertile con borse di studio finanziate dalla Regione. Un’esperienza che, mi auguro, trovi presto spazio nelle altre regioni d’Italia”.
La proposta delle lauree abilitanti viene accolta con favore anche da Elbano De Nuccio, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Bari: “Sono assolutamente d’accordo con il ministro Manfredi sulla necessità di ridurre i tempi d’attesa per l’accesso dei giovani professionisti nel mondo del lavoro. Un elemento che porta con sé l’efficientamento dal lato economico aziendale con laureati pronti da subito. Sono d’accordo anche sulla necessità di rilanciare la laurea professionalizzante con tirocini che completino la formazione. Corsi di laurea costruiti per soddisfare le esigenze del territorio e degli stakeholders. Adattabili a ciò che il tessuto economico richiede per il proprio sviluppo. Di fronte alla competitività la specializzazione è oramai una questione di sopravvivenza.
Per Andrea Benetti, direttore dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “Bisogna trasformare la laurea triennale in laurea abilitante, il non plus ultra per trovare sbocco occupazionale per migliaia di studenti preparati. Gli esperti contabili sono gli apripista di questa innovazione per la quale riconosco tutto l’impegno del ministro Manfredi già in tempi non sospetti, quando era rettore dell’Università Federico II di Napoli e presidente CRUI. Fin da allora sollevò il tema della mancata svolta delle lauree triennali che non stavano funzionando proprio perché non professionalizzanti. Una lungimiranza che, oggi, grazie al suo incarico può colmare il tempo perduto”.