Riforma degli ammortizzatori sociali pronta ad approdare questa mattina, alle 10:30, sul tavolo del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, sulla base di una proposta (non resa nota) elaborata da una «commissione di esperti» nominata dalla stessa titolare del dicastero, che «dovrà riguardare anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, prevedendo per loro un meccanismo di sostegno al reddito». E, nel contempo, i riflettori torneranno a illuminare il tema dell’equo compenso, all’indomani dell’illustrazione del rapporto dell’Associazione degli Enti previdenziali (Adepp) che certifica la discesa dei guadagni degli esponenti di diverse categorie (come anticipato ieri da ItaliaOggi} e l’esigenza di una «coperta» sempre più ampia di interventi di welfare, visto che, nel 2019, ancor prima, cioè, che il Covid-19 s’affacciasse nella Penisola, l’ammontare delle uscite per prestazioni assistenziali era stato di 7 miliardi. E stata la stessa Catalfo a riferire i temi che animeranno l’incontro di oggi con le parti sociali e datoriali, insieme all’Adepp (mentre gli Ordini non son stati convocati), rammentando come il tavolo sul lavoro autonomo fosse stato istituito dalla legge 81/2017 (il «Jobs act degli autonomi», ndr), ma «non è mai stato convocato», però «il momento storico che stiamo vivendo impatta sui liberi professionisti», dunque ha ritenuto «doveroso» affrontare alcuni nodi, tra cui l’applicazione della giusta remunerazione per i servizi resi alla clientela, ancora a volte disattesa (proprio) dalla Pubblica amministrazione; gettando, invece, lo sguardo alla manovra economica, il ministro ha parlato di un fondo da un miliardo che «permetterà di esonerare in tutto, o in parte, dal pagamento dei contributi previdenziali i lavoratori autonomi e i professionisti, ordinistici e non, che a causa della pandemia hanno avuto nel corso del 2020 un importante calo di fatturato rispetto all’anno scorso e un reddito dichiarato non superiore a 50.000 euro». La presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani (Pd), disponibile ad appoggiare l’istanza delle Casse di rivedere al ribasso la tassazione sui rendimenti finanziari (del 26%, al pari di ogni investitore privato), ha affermato che esiste il «bisogno» di «adattare delle tutole al mondo del lavoro autonomo», realizzando un ammortizzatore sociale «universale», in linea con quanto aveva sostenuto durante l’audizione del numero uno deli Adepp Alberto Oliveti, lasciando intendere come gli iscritti agli Enti dovessero versare contributi (anche) per la cassa integrazione (si veda ItaliaOggi del 29 ottobre 2020). C’è soddisfazione, infine, per la norma del decreto ristori (passato con la fiducia al Senato) sulla detassazione degli aiuti erogati agli associati agli Enti: viene «rimossa una discriminazione» rispetto ai sussidi pubblici. E non appena il provvedimento sarà stato definitivamente varato dal Parlamento «potremo inviare», ha annunciato Oliveti, «un ulteriore bonifico agli iscritti, corrispondente alle ritenute d’acconto che eravamo stati costretti a fare».
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