Via libera all’incrocio dei dati Inps per i controlli sul Reddito di Cittadinanza

Via libera all’incrocio dei dati per i controlli dell’Inps sul reddito di cittadinanza. Sono state approvate dal Garante per la protezione dei dati (con provvedimento n. 231 deL 26 novembre 2020) le misure che l’Istituto di previdenza sociale adopererà e che consentiranno l’incrocio delle informazioni, utile ad acquisire le notizie necessarie ad indirizzare l’erogazione del Reddito di cittadinanza solo agli aventi diritto e con un reale stato di bisogno. Dovranno, inoltre, essere adottate appropriate misure di sicurezza per garantire l’integrità e la riservatezza dei dati sia in relazione ai flussi informativi, sia in relazione ai trattamenti realizzati dalle amministrazioni. “L’Inps potrà conservare i dati acquisiti – afferma Nunzio Monteverde, CdA della Cassa dei ragionieri commercialisti – per un periodo non superiore a 10 anni (dalla concLusione dell’erogazione dei benefìci), che si ridurranno a 5 anni (dalla notifica all’interessato del provvedimento di diniego) nel caso di mancata accettazione delle domande di benefìci di Rdc e pensione di cittadinanza”. Il Garante della privacy ha La possibilità di verificare la concordanza di tali controlli consecutivi al RegoLamento Ue, nell’ambito della vaLutazione di impatto generale che l’Inps predisporrà.