Commercialisti, cresce il pressing sulle specializzazioni

Tra i commercialisti si torna a parlare, con sempre più insistenza, di specializzazioni. Entro il 28 gennaio sarà presentato un emendamento al decreto Milleproroghe che propone l’introduzione della figura dello specialista nella sezione A dell’Albo. E alle specializzazioni, presentate come nuove opportunità per i commercialisti, è stato dedicato il webinar che si è svolto il 26 gennaio promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri commercialisti e degli esperti contabili, che ha visto la partecipazione del presidente del Consiglio nazionale della categoria Massimo Miani.Per Miani il futuro delle professioni passa, inevitabilmente, anche per le specializzazioni e va posto un argine alla proliferazione di albi esterni a quelli ordinistici, tenuti in capo ai ministeri e alle altre istituzioni, che rischiano di svuotare la professione del commercialista.

L’emendamento al Milleproroghe

Per questo un emendamento che sarà proposto in questi giorni alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera, introduce la figura dello specialista, precisando però che questo titolo non comporterà una riserva di attività professionale. Potrà diventare specialista chi ha un’anzianità di iscrizione all’albo, sezione A, di almeno due anni e può vantare un’adeguata formazione (laurea specialistica, master, dottorato, etc) o un’acclarata esperienza nelle materie della specializzazione. Le specializzazioni possono essere diverse ma, almeno in base all’emendamento che si sta per presentare, la specializzazione per comprovata esperienza può essere conseguita in relazione a un solo settore.

La riforma del Dlgs 139

In base all’emendamento la formazione specialistica sarà curata dalle Saf, le scuole di alta formazione istituite dagli Ordini territoriali, e dalle Università. I settori di specializzazione saranno individuati con decreto del ministero della Giustizia di concerto con il ministero dell’Economia, dopo un confronto con il Consiglio nazionale della categoria. «C’è la necessità di riportare all’interno del sistema ordinistico tutte le principali attività professionali definendo un perimetro preciso delle specializzazioni – sostiene Miani – limitandole nel numero e chiarendo che, oltre alla possibilità di seguire i corsi, bisogna tener conto anche della comprovata esperienza e del possesso di titoli e, infine, che non esistono professionisti di serie A e altri di serie B. La riforma del Dlgs 139/2005 ci offre questa possibilità potendo agire sui regolamenti attuativi in modo tale da non ingessare una norma che deve valorizzare il dinamismo della nostra professione preservandone al tempo stesso le attività di base».

Un esempio di nuove specializzazioni

Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri commercialisti e degli esperti contabili, sottolinea l’importanza di valorizzare le nuove specializzazioni a patto che siano strumenti efficaci per ampliare le opportunità di lavoro per i colleghi. Far crescere la sfera delle attività – secondo Pagliuca – può essere fondamentale in questo momento di profonda crisi economica e finanziaria. Pagliuca porta ad esempio il caso di Milano: «Abbiamo investito nella formazione dell’analisi dei “big data” per fornire consulenze specifiche agli imprenditori. Un’attività preziosa che deve essere identificata per diventare appetibile sul mercato e – secondo Pagliuca – a questo devono servire le nuove specializzazioni».

L’appello alle rappresentanze di categoria

Il presidente Miani attraverso un’informativa rispervata inviata il 25 gennaio ai presidenti degli Ordini locali, ai sindacati e ai presidenti delle Casse di previdenza di dottori commercialisti e ragionieri ha chiesto di sottoscrivere i tre emendamenti, due dedicati alla riforma delle regole elettorali e uno sulle specializzazioni, per dare forza alla richiesta di modifica del Dlgs 139 e dimostrare l’unità della categoria su questi temi.

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