Semplificazione come vaccino

Le risorse del Recovery fund, circa 191,5 miliardi di euro, unite a quelle stanziate dal governo con il decreto ‘Sostegni’ per aiutare le imprese e i professionisti e alle somme previste per il prossimo scostamento di bilancio di aprile, sono evidentemente al centro delle mire criminali dei diversi clan che operano sul territorio nazionale. Una pioggia di denaro che rappresenta un bottino molto allettante e che necessita, proprio per questo motivo, di essere ‘immunizzato’ da questi appetiti. Non solo attraverso le azioni di prevenzione e investigazione delle forze dell’ordine, ma anche attraverso l’adozione di misure economiche di sostegno per aziende e famiglie e di percorsi di sburocratizzazione e semplificazione che riescano ad alleggerire la pressione fiscale, da un lato, e la mancanza di liquiditĂ  dall’altro. Se ne è discusso nel corso del forum «Quale vaccino per l’economia?» organizzato dalla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti il deputato della Lega Igor lezzi, componente della Commissione Affari Costituzionali, Alessandro Cattaneo, rappresentante di Forza Italia in Commissione Finanze della Camera, Andrea Caso deputato M5s componente della Commissione Finanze e Luca Pastorino, rappresentante di Liberi e uguali in Finanze a Montecitorio. Non si è sottratto dalla proposta di un vaccino per l’economia Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione della Cnpr: «Vorrei proporre una forma di vaccino non ancora enunciata, ovvero il vaccino della semplificazione delle procedure e della burocrazia. Il legislatore deve necessariamente sollevare gli operatori della Pa dal timore delle responsabilitĂ  civili, penali e erariali che comportano la paralisi delle firme, Limitando le responsabilitĂ  ai casi di dolo e consentendo all’amministrazioni la possibilitĂ  di rivalersi sul dipendente in caso di colpa grave, i dirigenti interni degli uffici, con il nostro contributo, possono rivedere il sistema. Oltre alla riduzione al 25% della soglia per i sostegni, bisogna intervenire sugli avvisi bonari che escludono le partite iva attive e sul differimento dei pagamenti delle rate della rottamazione e del saldo e stralcio. La scadenza del 31 luglio rischia di essere un flop». Per Pasqua Borracci, consigliere dell’Istituto nazionale degli Esperti contabili: «Bisogna porre con forza la questione della crisi di liquiditĂ  e della perdita dei posti di lavoro. Circostanze che amplificano a dismisura il rischio di inserimento della criminalitĂ  organizzata approfittando di questo momento di crisi».

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