Le startup indiane si presentano all’Innovation Day

ROMA – L’India come mercato emergente, anzi di più, ecosistema di startup leader globale, alleato ideale per l’innovazione tecnologica: prospettiva e impegni, questi, oggi al centro di una giornata di incontri tra big dell’industria italiana e 15 tra le realtà più dinamiche del subcontinente. A chiarirne i termini, fornendo numeri e dati, Neena Malhotra, ambasciatrice di New Delhi a Roma. “Oggi l’India ha un ecosistema imprenditoriale tra i primissimi al mondo”, la sua premessa: “Ben 633 distretti hanno startup, mentre 30 Stati adottano politiche specifiche per sostenere questo tipo di imprese”. Malhotra riferisce che l’India può contare su 55 “unicorni”, le nuove realtà con una valutazione di almeno un miliardo di dollari, con Bangalore come centro geografico di riferimento ma presenze in più città, da Delhi a Mumbai. Un altro punto in evidenza è l’alta partecipazione femminile: “Il 45 per cento delle startup indiane”, calcola la diplomatica, “hanno almeno un’imprenditrice”.

Oggi, con gli incontri diretti, in formato digitale, in primo piano ci sono le opportunità di intese in un’ottica business. È la ricetta scelta da ‘Italy India Innovation Day’, lo spazio della riflessione di Malhotra. Presentazioni di 15 realtà pronte a dialogare con colossi italiani come Bonfiglioli Riduttori, Danieli, Dell’Orto, Ferrovie dello Stato italiane, Fincantieri, Generali Group, Marcegaglia, Maire Tecnimont, Noonic, Piaggio&C., Pininfarina, Sace, Snam e Intesa San Paolo. Oltre cento le candidature indiane, ridotte da una selezione severa: le prescelte sono BatX Energies, BosonQ Psi, CropIn, Drishya Ai Labs, Ecolibrium, Hexpressions, Hyperverge Technologies, Moveinsync Technology Solutions, Prayogik Technologies, Prescinto Technologies, Salt, SenseGiz Technologies, Steradian Semiconductors, ToneTag e Uptime Ai Inc.

L’appuntamento è ideato e voluto dall’Associazione Italia India per la cooperazione tra i due Paesi (Aiicp), progetto nato a Milano nel 2019 grazie a sinergie imprenditoriali e iniziativa diplomatica. Ad aprire oggi i lavori la sua presidente, Emma Marcegaglia: “L’innovazione è la chiave” premette. “Non ha confini e deve essere messa a disposizione di tutti, anche come strumento per risolvere i problemi con ripercussioni sociali, dalla pandemia ai cambiamenti climatici”. Secondo la dirigente, l”Italy India Innovation Day’ diventerà un appuntamento “ricorrente”. Ritorna più volte anche il termine “interazione”, utilizzato da Marcegaglia e poi da Vincenzo De Luca, ambasciatore d’Italia a New Delhi. L’intervento del diplomatico, prima delle presentazioni e degli incontri diretti tra aziende in forma riservata, è attraversato dal concetto di “open innovation”: il paradigma giusto, suggerisce l’ambasciatore, “per le imprese che guardano a un futuro sostenibile della competitività”.

Secondo De Luca, “l’India è il terzo ecosistema di startup al mondo ed è in costante crescita”. Stando ai dati del governo di New Delhi, disponibili al sito https://www.startupindia.gov.in/, il settore sta sperimentando un incremento annuale compreso tra il 12 e il 15 per cento. Già 50mila le realtà censite nel 2018, circa 9mila delle quali ad alto contenuto tecnologico; a confermare il dinamismo, le due o tre realtà che nascono ogni giorno, con una capacità di generare 40mila posti di lavoro l’anno. Ci sono opportunità anche per l’Italia, secondo Rodolfo Errore, presidente di Sace, il gruppo finanziario-assicurativo di Cassa depositi e prestiti (Cdp): “L’India è un mercato emergente sul quale concentrarsi, come conferma la ripresa dell’export e dell’import italiano verso il subcontinente, in aumento del 35 e del 25 per cento nei primi mesi del 2021 dopo la contrazione dell’anno scorso”.

Secondo il manager, per Sace l’India rappresenta il secondo mercato nella regione dell’Asia e del Pacifico. “Il nostro impegno per le aziende va oltre il lato finanziario e il prestito” sottolinea il presidente, in un videomessaggio: “Passa per consulenze istituzionali agli esportatori e una ‘push strategy’ lanciata tre anni fa con l’obiettivo di favorire l’introduzione delle aziende italiane in India”.

Secondo dati citati oggi, Sace ha già messo in contatto 110 pmi italiane con grandi compagnie indiane permettendo 75 appuntamenti “b2b”. Un percorso che ora si rafforza, ha sottolineato in un’intervista con l’agenzia Dire l’ambasciatore Antonio Armellini, vicepresidente esecutivo di Aiicp, evidenziando la novità di “un format inedito, ideale per accentuare la dimensione operativa”.
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