Afghanistan, Sereni: “Corridoi umanitari possibili, anche per gli studenti”

Di Giulio Ucciero

ROMA – “La situazione migratoria al momento è sotto controllo, ma un’emergenza può verificarsi in questi giorni e mesi. Dobbiamo prepararci in anticipo, contando sull’Onu e le nostre ong”. Lo ha detto la viceministra agli Affari esteri, Marina Sereni, nella conferenza stampa di oggi in Farnesina seguita alla prima riunione del tavolo di coordinamento sull’Afghanistan con le ong.

Per Sereni, l’azione sull’immigrazione del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale dovrà svolgersi a più livelli. “Innanzitutto, daremo un aiuto ai Paesi limitrofi, formazione degli operatori umanitari locali, sostegno alle località confinanti” ha detto la viceministra. “E poi l’evacuazione: c’è la possibilità di organizzare corridoi umanitari per le persone particolarmente esposte, come donne e bambini. Pensiamo anche si possa estendere il meccanismo dei fondi europei Fami (‘Fondo asilo migrazione e integrazione’, ndr) anche agli afghani, cosa ora non prevista”.

Altro canale, ha aggiunto Sereni, “è quello di un corridoio umanitario per studenti universitari. Stiamo lavorando insieme al ministero dell’Università e della ricerca (Mur) per aumentare le borse di studio e per coordinare l’enorme disponibilità degli atenei italiani che vogliono accogliere studenti afghani”.

SERENI: FORMULA G20 ALLARGATO INTERESSANTE E UTILE

“La formula del G20 allargato anche ad altri Paesi è interessante e utile. Ne ha già parlato il ministro Luigi Di Maio, continueremo a lavorarci fino all’ultimo e vedremo cosa si farà”, ha detto ancora la viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina Sereni.

Sereni ha proseguito affermando che “è prevista la necessità di modulare l’azione italiana sulla base di ciò che succede in loco. Ci atterremo ai principi dell’aiuto umanitario, ma bisogna guardare alla situazione che si creerà in Afghanistan, in particolar modo per le donne. Oggi è prioritario dare aiuti urgenti agli afghani e beni di prima necessità”.

La viceministra ha ribadito l’importanza delle agenzie delle Nazioni Unite: “Il loro aiuto sul campo è la principale differenza rispetto agli anni ’90. Questo fa sperare. I diritti delle donne saranno la cartina tornasole di come staremo agendo”.
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