Mimmo Lucano condannato a 13 anni di carcere, l’ex sindaco: “Stesse sentenze per i mafiosi?”

REGGIO CALABRIA – Domenico Lucano, ex sindaco di Riace (Reggio Calabria), è stato condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione dal Tribunale di Locri, a conclusione del processo Xenia. La richiesta del pm era di 7 anni e 11 mesi. L’accusa per Lucano era di presunti illeciti ed abusi amministrativi, durante il periodo in cui era primo cittadino, relativi ad alcuni progetti di accoglienza ed integrazione dei migranti. Secondo la stessa accusa, però, il guadagno di Lucano sarebbe stato esclusivamente politico, poiché negli anni nessuna indagine è riuscita a rintracciare denaro illecito.

LUCANO: PRENDO ATTO CHE È FINITO TUTTO

“Ho speso la mia vita per rincorrere ideali contro le mafie. Ho fatto il sindaco, mi sono schierato dalla parte degli ultimi, dei rifugiati che sono arrivati. Mi sono immaginato di contribuire al riscatto della mia terra, contro le immagini negative. E’ stata un’esperienza indimenticabile, fantastica. Però oggi devo prendere atto che è finito tutto. E’ stata una cosa pesantissima, non so se per i delitti di mafia ci sono questo tipo di sentenze”. Così Domenico Lucano, ex sindaco di Riace (Reggio Calabria), sulla condanna a 13 anni e 2 mesi inflittagli dal collegio giudicante del Tribunale di Locri nell’ambito del processo Xenia.

DE MAGISTRIS: LUCANO UOMO GIUSTO, SIMBOLO UMANITÀ

“Per me Mimmo Lucano è un uomo giusto, un simbolo di umanità e di fratellanza universale. Non si è mai girato dall’altra parte di fronte alla richiesta di vita di esseri umani diversi. Conoscevo Riace prima di Lucano ed era un borgo desertificato, con Lucano era divenuto un Paese ricco di energie, di economia circolare e di comunità viva. Con il post Lucano nuovamente abbandono e spopolamento. Per me Lucano è l’antitesi del crimine. Non è certo un cultore del diritto amministrativo, avrà pure commesso delle irregolarità ed illegittimità, ma sono convinto che alla fine del suo calvario verrà assolto perché ha agito per il bene e mai per il male”. Così Luigi de Magistris, candidato alla presidenza della Regione Calabria, nelle cui liste è candidato lo stesso Lucano.

“Si deve avere fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Certo – riflette l’ex Pm – in una terra in cui pezzi significativi di politica e pezzi deviati delle istituzioni si sono mangiati tutto, tanto che mancano i diritti all’acqua, allo smaltimento dei rifiuti, alla depurazione, alla sanità pubblica e alla cura delle persone, al lavoro, alle infrastrutture materiali e digitali, alla mobilità, ai finanziamenti per lo sviluppo, alla cura delle fragilità e all’istruzione, con una emigrazione giovanile impressionante, vedere che il problema di questa regione sul piano giudiziario è Mimmo Lucano fa male al cuore e alla testa. Ma la storia dell’umanità insegna che non sempre la giustizia coincide con la legalità. Mimmo – le parole di de Magistris – non devi mollare perché sei un uomo buono e giusto e il popolo ti vuole bene. Ora mi voglio assumere la responsabilità di guidare la Calabria affinché con la volontà del popolo sovrano la giustizia e i diritti possano trionfare”.

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