L’inno alla vita di Fraintesa splende su un murale al Monumentale di Milano

Di Nicolò Rubeis

MILANO – Sui social era conosciuta come Fraintesa, per chi la conosceva da vicino era semplicemente Francesca Barbieri. Amava la vita, il mondo e i viaggi, tanto da fondarci un blog: nato come un gioco, ‘I viaggi di Fraintesa’ era diventato poi un lavoro. Ed è proprio durante uno dei suoi viaggi che Francesca scopre di avere un piccolo nodulo sul seno, l’inizio di una lunga battaglia durata due anni. Alla fine non ce l’ha fatta, ed il 2 aprile scorso si è spenta, all’età di 38 anni.

La sua immagine sorridente rivive oggi a Milano, su un murale presentato questa mattina davanti al cimitero Monumentale, vicino Via Farini. All’inaugurazione c’erano una trentina di persone, compresi amici e il compagno Andrea, ma anche esponenti della giunta meneghina, come gli assessori Pierfrancesco Maran, Tommaso Sacchi e Anna Scavuzzo. E c’era pure il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ‘Fraintesa’ non la conosceva direttamente, ma la seguiva sui social.

Francesca era una diventata una travel blogger, aveva scoperto e viaggiato tra le mete più ambite del mondo. E quel piccolo nodulo sul seno non le impediva di sorridere e di continuare a sognare. Una volta rimossa la massa, dalla biopsia arriva il responso: un tumore al seno. E anche molto aggressivo.

La blogger si sottopone così a una seconda operazione per preservare la fertilità e a 16 sedute di chemioterapia. Ma anche durante questi passaggi complicati, Francesca non aveva mai smesso di raccontarsi sul suo blog. Decide di rivelare ai suoi fan le proprie condizioni di salute, e annuncia di voler partire in solitaria per un tour del mondo, lanciando una raccolta fondi e raccogliendo 18.000 euro, la metà dei quali donati dalla fondazione Airc. Quel viaggio però, Francesca non è riuscita a portarlo a termine. Troppo difficile la partita che stava giocando, troppo ‘insistente’ quel cancro che aveva deciso di rovinarle la vita.

Dopo aver visitato 12 paesi e tre continenti, la blogger è costretta a tornare a casa dal Costa Rica. Ancora un anno di lotta, altri cicli di chemioterapia e diversi metodi di cura come l’immunoterapia. Ma i risultati non arrivano, e dopo 2 anni di battaglia muore, stroncata dal cancro.

Oggi rivive su quel muro di Milano: “Devo dire che ho scoperto dopo cinque anni che esiste l’ufficio muri liberi- prova a stemperare la tensione il sindaco Sala- non la conoscevo Francesca, ma la seguivo un po’. Una persona che ha mosso tanti cuori e molti animi”.L’analisi del primo cittadino va anche oltre la storia di ‘Fraintesa’: “Purtroppo le problematiche di natura oncologica sono quasi in ogni famiglia o tra i nostri amici per cui non è mai solo un questione di cure mediche, ma anche di atteggiamento e di interpretzione della malattia”, commenta il sindaco. “Motivo- continua- per cui spesso parlo di quello che mi è successo (al sindaco era stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin, ndr). Per cercare di dare un messaggio realistico che bisogna interpretare anche quei momenti della vita”. E “Francesca l’ha fatto, ha cercato la bellezza nel dolore. Non è qui tra noi, però il ricordo che lascia è impressionante. Rimarrà una grande milanese, come tanti altri adottivi”.

Straziante anche il ricordo del compagno Andrea: “Era una persona positiva- dice ai giornalisti- l’idea del murale era che lei sorridesse alla città come faceva quando era malata”. E l’insegnamento che ha lasciato “e che noi portiamo avanti col murale- prosegue Andrea- è di non buttare via la vita e di godersela finché si può”. Anche la sua community “le è sempre stata accanto quando si è ammalata”.

Il murale è stato realizzato dall’artista Stefania Marchetto, in arte ‘Ste Real’: “Quandro Andrea mi ha contattata- racconta- cercavamo qualcosa che potesse rappresentare Francesca nella sua totalità. Mi ha passato una serie di fotografie, e mi ha colpito subito questa (quella che poi è stata raffigurata sul muro). Lei che mima un cannocchiale con le proprie mani, simbolo di una persona che guarda oltre e con positività alla vita”. Nel disegno ‘Ste Real’ è riuscita a riassumere il suo mondo: il viaggio, il grande amore, ma anche le zampette dei suoi gatti e quella scritta in alto a destra, ‘don’t worries mate’, il mantra con il quale affrontava la vita. “Speriamo che questo muro possa trasmettere un senso di positività- conclude l’artista- e che la gente possa conoscere la sua storia: un inno alla vita”.

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