Per le Casse la quota è 101

Il «gruzzolo» delle Casse di previdenza dei professionisti sfonda il «tetto» dei 100 miliardi di euro (precisamente ammonta a 110,7, con un progresso del 6,8% al confronto con i dodici mesi passati) nel 2020, l’anno dell’avvento della pandemia da Covid-19. Tuttavia, proprio l’emergenza sanitaria ed economica reca con sé (pesanti) riverberi sul flusso contributivo alimentato dai versamenti degli iscritti: lo scorso anno, infatti, s’è arrestato sulla soglia dei 2 miliardi, mentre era pari a 3,3 nel 2019. È parte dell’affresco restituito ieri mattina, a Roma, dalla Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione), il cui presidente Mario Padula ha presentato il dossier sulle politiche d’investimento adottate dal settore pensionistico privato, battendo sul tasto degli effetti del Coronavirus giacché, a «fronte di 10,3 miliardi (10,7 nel 2019) di contributi incassati, sono state erogate prestazioni per 8,3 miliardi (7,4 nel 2019)», cifre strettamente connesse, evidentemente, con la mole dei problemi occupazionali e reddituali che il periodo della diffusione del contagio ha prodotto. Nel contempo, com’è noto, i vari Enti hanno messo in campo una variegata strategia di supporto verso gli associati (attivi e pensionati) composta di iniziative di welfare che stanno, in gran parte, proseguendo anche nell’ultimo scorcio del 2021. La «fetta» più succulenta e corposa del patrimonio globale del comparto è detenuta dalle 5 Casse di maggiori dimensioni, pari al «74,1% dell’attivo totale, in crescita rispetto al 68,6% del 2011»; nel dettaglio, si legge nel documento della Commissione, all’Enpam (medici e odontoiatri) è riconducibile il 26,1%, alla Cassa forense (avvocati) il 16,2%, ad Inarcassa (architetti e ingegneri) il 12,9%, alla Cdc (dottori commercialisti)il 10,5% e, infine , ad Enasarco (agenti di commercio e consulenti finanziari 1’8,4%, laddove, si rimarca, «le 3 Casse raggruppano il 55,2% complessivo, al confronto col 46,9% del 2011». La Covip si sofferma, inoltre, sulla situazione di due Enti, quello dei geometri e quello dei giornalisti (la gestione dei dipendenti, ndr) nei quali «già da alcuni anni le prestazioni in uscita superano i contributi in entrata» e, va avanti il testo, «tra le Casse con saldo negativo, nel 2020 si sono aggiunte l’Enpacl (consulenti del lavoro) e la gestione separata dell’Inpgi e, m misura molto più ridotta, la Cassa del Notariato e l’Enpaia (addetti e impiegati in agricoltura)». Diversamente, per quel che concerne la Cassa Forense il saldo tra contributi e prestazioni è positivo per 401 milioni, mentre è di 348 per la Cassa dei dottori commercialisti. Enti che vantano «un rapporto molto positivo» tra iscritti e pensionati (245.030 i primi e 29.777 i secondi nell’avvocatura, e 65.841 associati e 8.988 in quiescenza per i dottori commercialisti), categorie caratterizzate dal «ritiro dal lavoro in età avanzata». Globalmente, il risparmio previdenziale di Casse e Fondi pensione tocca i 298,6 miliardi. Ed è, conclude la Covip, l’equivalente del 18,1% del nostro Prodotto interno lordo (Pii).

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