ROMA – “E’ davvero incredibile che il mio nome possa entrare nella lista di persone che, detto nel gergo di un allenatore, sono dei campioni”. Lo afferma l’allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic, citando personalitĂ come quelle di Giuseppe Garibaldi, Giosuè Carducci, Giuseppe Verdi, Richard Wagner e Riccardo Muti dopo aver ricevuto nella serata di oggi, a Palazzo D’Accursio, la cittadinanza onoraria del capoluogo emiliano dalle mani del sindaco Matteo Lepore.
Come noto Mihajlovic, sotto le Due torri, oltre alle sfide sportive ha dovuto affrontare anche la lotta alla leucemia e “in tanti hanno trovato in lui un esempio vitale, di rigore e umanitĂ , di rinnovata fiducia e di energia verso la vita quotidiana”, recitano le motivazioni del conferimento della cittadinanza, voluto dal Consiglio comunale con un ordine del giorno approvato nel 2019. “Non deve sorprendere se nelle classifiche nazionali Bologna occupa sempre i primi posti tra le cittĂ con la migliore qualitĂ della vita”, sottolinea il mister nell’aula consiliare: “Se semini bene nella vita, la raccolta è quasi sempre positiva e anche quando lo è meno la forza del sapere aiuta a gestire meglio i momenti poco belli, così è anche nel mio lavoro”. E se “il destino ha voluto che la malattia si manifestasse qui a Bologna”, continua Mihajlovic, “non deve sorprendere neanche che a Bologna ci siano anche i migliori centri di ricerca medica in Italia nel campo oncologico, come il Sant’Orsola. Sono stato fortunato in questo, è vero, ma anche Bologna lo è stata quando mi fu chiesto di salvarla dalla retrocessione”.
Dice poi l’allenatore: “Non abbiate alcuna vergogna se nella vita vi trovate a gestire un momento poco bello, vi posso assicurare che anche quello farĂ parte della vostra vita come tutti quelli belli vissuti fino a quel punto”. Del resto, “come dico sempre anche ai miei giocatori negli spogliatoi”, nella vita “non si vive in assenza di problemi ma nonostante i problemi”: la malattia “è il lato notturno vita, una doppia cittadinanza, leggermente piĂą onerosa e tosta”. Mihajolovic dedica il riconoscimento alla sua famiglia, al Bologna calcio e ai bolognesi, sportivi e non: “La loro vicinanza si è fatta molto sentire e così forte che mi dava sempre la carica per affrontare le durissime giornate a cui ero sottoposto”. Sul libro dei cittadini onorari, il mister scrive poi: “Alla mia cittĂ del cuore, con tanto affetto”. E un ps: “Bolognesi gente meravigliosa che porterò sempre nel mio cuore”. La cittĂ “mi è stata vicina e mi ha adottato come un figlio”, aggiunge Mihajlovic a cerimonia finita.
Calcolando anche “tutto quello che è successo anche dal punto di vista professionale, sembra veramente una cosa quasi da film e il culmine di tutto questo è diventare cittadino onorario. Penso di essere il primo sportivo che riceve questo premio in una cittĂ così importante e potete immaginare quanto possa esserne orgoglioso”, afferma l’allenatore. “Come dico spesso, anche se poi magari qualcuno lo usa in un’altra maniera, io sono uno zingaro- aggiunge Mihajlovic- cioè mi trovo bene dappertutto, ma sicuramente Bologna per tutto quello che ha fatto per noi e quello che abbiamo fatto insieme rimarrĂ per sempre nel mio cuore”. E le polemiche sulle dichiarazioni fatte da Mihajlovic anni fa? “Non sono cose di nazionalismo”, taglia corto il neo cittadino: chi ha mosso critiche “si vede che non mi conosce bene, ho giĂ spiegato mille volte e non penso di dover spiegare di nuovo”. Inutile “cercare di farmi innervosire in questa bellissima serata”, conclude Mihajlovic: “Chi vuole capire capirĂ e chi non vuole non capirĂ ma non è un problema”.
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